Killer di Budrio, cronaca o racconto noir?

Da giorni i fari della cronaca sono puntati su “Igor il russo” ed effettivamente la sua è una storia che sembra venir fuori da una delle serie di Netflix, la famosa piattaforma di streaming online.
Resta da capire però quanto della vicenda rappresenti un artificio giornalistico, presto sfociato in narrazione noir, e quanto invece appartenga ai fatti realmente accaduti.

“Ricercato l’omicida Vaclavic, ex soldato dell’Armata Rossa, attenzione: è armato e pericoloso” questo il tam tam mediatico degli ultimi giorni, salvo poi scoprire che il terribile Igor molto più verosimilmente non è russo, non è un ex militare, e non si chiama nemmeno Igor.
Fiumi di cronaca romanzesca sembrano vacillare di fronte a più attente analisi, ma il vezzo narrativo-giornalistico di poter plasmare un personaggio pittoresco, degno di produzioni tv come Narcos o Fargo, ha prevalso sull’esigenza di più ponderate verifiche.

“L’alias” utilizzato dal criminale è stato già giudicato non attendibile: non è sicuramente russo e non si tratta di un cognome di origine serba; al massimo poteva essere un cognome ceco o slovacco ma in quel caso sarebbe dovuto terminare con la k.
La Russia infatti respinse il rimpatrio nel 2010 con la motivazione che Igor non fosse russo; le persone a lui vicine sentite in questi giorni in effetti riferiscono – e così conferma anche Tullio Del Sette, comandante generale dei carabinieri – che si tratta di un serbo, pericoloso e pronto a tutto, ma non certo un ex militare.
Il suo vero nome dovrebbe essere Norbert Feher, ricercato anche nel suo paese. Questa l’ultima identità è venuta a galla dopo aver messo sotto torchio i suoi ex complici e dopo alcune verifiche nel paese d’origine.
Comunque l’incertezza finora è stata tale che a Bologna è indagato con il nome di Norbert mentre nella Procura di Ferrara risulta iscritto come Igor Vaclavic.
L’iniziale suggestione dell’addestramento estremo viene dalle modalità con cui il criminale ha portato a termine i delitti; nessun legame però con l’Armata Rossa: se i vertici militari russi leggessero di più i giornali italiani potrebbe forse scapparci qualche querela.

Prosegue quindi la caccia all’uomo svolta dalle forze speciali nel Bolognese e nel Ferrarese, ora estesa anche a zone limitrofe di Rovigo e Ravenna: se Norbert è capace di potabilizzare l’acqua, dicono gli esperti, allora potrebbe resistere anche oltre un mese.
Ma si sa, quando il gatto non c’è, i topi ballano. Così, mentre la polizia è distratta dalle ricerche, la delinquenza locale ha pensato bene di approfittarne. Da Budrio riferiscono di alcuni tentativi di furti nella zona industriale del paese: interessati un’azienda locale ed un bazar cinese.

Al momento l’identificazione del killer si basa soltanto su riconoscimenti fotografici dei testimoni che lo avevano visto aggirarsi in paese; tuttavia è stato già individuato un profilo facebook attribuito proprio a Norbert. Eziechiele il nome scelto per l’account, a detta di molti inquietante: subito è scattata l’associazione alla celebre scena del killer di Pulp Fiction, e contemporaneamente, una selvaggia tempesta di insulti (e burle) sulla bacheca del presunto killer.
Facilmente Facebook si trasforma in una piazza medievale: un luogo in cui il primo nome dato in pasto alle folle viene rapidamente messo alla pubblica gogna, a prescindere da ogni certezza.
Certo, in questo caso ci sono le conferme dell’appartenenza del profilo al criminale; non dimentichiamoci però una regola fondamentale del nostro stato di diritto: anche il più malvagio dei delinquenti ha diritto quantomeno ad una dignità minima che non dovrebbe essergli negata nè dai giornalisti, nè da nessun altro.