Cosa resta dell’indagine Consip. E i carabinieri acquisiscono documenti
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno acquisito atti alla Consip, la Centrale Acquisti della Pubblica Amministrazione. L’atto istruttorio è stato disposto dalla Procura di Roma. E’ il nuovo atto dell’inchiesta il cui indizio più significatvo era l’incontro tra Alfredo Romeo e Tiziano Renzi. Indizio che però la Procura di Roma ha demolito, svelando un’attività di manipolazione di buona parte dell’indagine e mettendo sotto inchiesta per falso materiale e per falso ideologico un capitano dei carabinieri del Noe, Gianpaolo Scafarto: nell’informativa finita agli atti del procedimento, l’ufficiale ha riportato due circostanze non corrispondenti al vero.
I protagonisti
- Alfedo Romeo, imprenditore. Indagato per corruzione
- Marco Gasparri, dirigente della Consip. Indagato per corruzione
- Luca Lotti, ministro dello Sport. Indagato per rivelazione di segreto d’ufficio
- Tullio Del Sette, comandante generale dei Carabinieri. Indagato per rivelazione di segreto d’ufficio
- Italo Bocchino, ex parlamentare Pdl e consulente di Romeo. Indagato per traffico di influenze
- Tiziano Renzi, imprenditore, padre dell’ex premier Matteo. Indagato per traffico di influenze
- Carlo Russo, imprenditore farmaceutico. Indagato per traffico di influenze
- Emanuele Saltalamacchia, comandante della legione Toscana dei Carabinieri. Indagato per rivelazione di segreto d’ufficio
I filoni dell’indagine Consip ancora in piedi
A Napoli:
- Concorso esterno in associazione camorristica relativamente a una gara di appalto per le pulizia all’ospedale Cardarelli. La Dda di Napoli indaga su presunti appalti truccati; nell’occhio del ciclone finisce la società dell’imprenditore napoletano, Alfredo Romeo.
A Roma:
- Corruzione. Alfredo Romeo viene arrestato la mattina del 1 marzo perché accusato dalla Procura di Roma di aver corrotto a partire dal 2012, e poi, in maniera più sistematica, dal 2014 fino al novembre 2016, Marco Gasparri, il dirigente della Consip (la società per azioni del ministero dell’Economia incaricata dell’acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche) retribuito per un totale di 100mila euro. Romeo è detenuto a Regina Coeli dopo che l’ex alto dirigente della Consip, ha confessato di aver ricevuto le tangenti.In quest’ambito è indagato per traffico d’influenze illecite Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, insieme con l’imprenditore amico Carlo Russo. Secondo l’ipotesi di accusa, in cambio della promessa di 30mila euro al mese i due si sarebbero prodigati in Consip per facilitare Romeo.
- Rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento. La fuga di notizie in merito all’indagine Consip coinvolge il comandante regionale della Toscana Emanuele Saltalamacchia, il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, e il ministro allo Sport Luca Lotti, all’epoca dei fatti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Contestata la rivelazione di segreto istruttorio in quanto avrebbero avvisato i vertici Consip dell’esistenza dell’indagine e della presenza di microspie.
- La procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per far luce sulle modalità che hanno portato alla violazione del segreto istruttorio sull’inchiesta Consip.
- Il presunto falso nell’informativa contestato al capitano del Noe Giampaolo Scafarto. All’ufficiale è contestato di aver attribuito nella sua relazione di servizio all’imprenditore campano la frase (estrapolata da una intercettazione ambientale registrata il 6 dicembre scorso negli uffici della Romeo Gestioni spa) “Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato”, frase che è stata pronunciata in realtà dall’ex parlamentare Italo Bocchino. Non solo, ma Scafarto avrebbe anche riferito il falso in merito alla presenza di soggetti ritenuti appartenenti ai servizi segreti che avrebbero controllato i militari del Noe mentre erano impegnati nel recupero dei ‘pizzini’ di Romeo dalla spazzatura da cui poi risultano indicati i nomi di presunti beneficiari di tangenti: ebbene, il soggetto notato dai carabinieri e sospettato di essere uno 007, era un cittadino che abitava in quella strada ma la sua identità era stata omessa alla magistratura.
Per la Procura di Roma, che il 4 marzo scorso dopo l’ennesima fuga di notizie ha deciso di revocare la delega al Noe e di affidarla ai carabinieri del Comando Provinciale di Roma, quest’ultimo episodio rappresenta un grave depistaggio. Non a caso, l’indagine Consip è ripartita da zero e tutti gli atti fin qui compiuti sono sottoposti a ulteriore verifica e rilettura.