L’Espresso e l’inchiesta Erdogas: svelati i nomi del maxi-progetto Tap e i legami con Erdogan, Aliyev e Putin

Erdogas è l’operazione-inchiesta condotta, da sei mesi a questa parte, da giornalisti de L’Espresso insieme a giornalisti di fama internazionale – la cui identità rimarrà anonima per motivi di sicurezza personale –  e a ricercatori dell’organizzazione anti-corruzione Re:Common. L’ inchiesta svela i nomi e i volti degli affaristi coinvolti nel maxi-progetto Tap. Tra questi anche familiari di Erdogan, uomini d’oro del presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev e manager e aziende legate a Putin. Ciò che ne esce fuori è un “gasdotto dei tre regimi”. 

Il maxi progetto-Tap (Trans-Adriatic Pipeline o Gasdotto Trans Adriatico) o Tap-Tanap-Scp è una delle infrastrutture di trasporto con l’obiettivo di creare un Corridoio Sud del Gas. Il progetto prevede la costruzione di un supergasdotto che, dall’Azerbaijan, attraverserà Grecia e Turchia per approdare in Puglia, nella provincia di Lecce, e garantire l’afflusso di gas naturale proveniente dall’area del Mar Caspio in Italia e in Europa. Il programma è stato approvato nel giugno 2013 dalla Commissione Europea come progetto comunitario e finanziato con fondi pubblici, suppur appartenente ad un consorzio privato, la Tap Ag, con sede in Svizzera.

Ma cosa si nasconde dietro questo progetto? Lo hanno svelato i giornalisti de L’espresso con la collaborazioni di giornalisti internazionali e di ricercatori dell’organizzazione anti-corruzione Re:Common. Tra nomi e prestanomi sono stati rinvenuti diversi familiari del presidente Turco Erdogan (da qui il nome dell’inchiesta “Erdogas“), uomini d’oro del dittatore azero Ilham Aliyev e super manager dell’energia cresciuti alla corte di Putin.

La fitta rete societaria che si nasconde dietro il Tap

Dall’inchiesta condotta, risulta infatti che delle numerose aziende che hanno connessioni con il gruppo Socar, l’azienda di stato per il gas e petrolio dell’Azerbaijan, facciano parte familiari e imprenditori sostenitori del presidente turco Erdogan. È stato scoperto che la società Socar Gaz Ticareti, che fa da ponte per il commercio del metano dall’Azerbeijan alla Turchia, comprende, a sua volta, altre due società: la Socar Turkey Enerji con il 70% e la Arkgaz Enerji con il 30. Quest’ultima ha avuto come consigliere di amministrazione Ziya Ilgen, cognato del presidente turco. Entrambe le società risultano inoltre collegate a Ömer faruk Kalyoncu, imprenditore turco, proprietario dei maggiori media di Stato, da sempre aperto sostenitore di Erdogan. Il suo gruppo editoriale ha, tra l’altro, come consigliere d’amministrazione, Serhat Albayrak, genero di Erdogan e ministro dell’energia. Oggi Kalyoncu è anche presidente della Arkgaz Enerji.

Un altro imprenditore legato al presidente è Fettah Tamince, proprietario della catema Rixos Hotels e attuale consigiere d’amministrazione dell’ Arkgaz Enerji. L’uomo d’affari, grazie a numerose compravendite e strani passaggi di proprietà, è oggi il più importante partner turco dell’Azerbaijan. Tra gli altri affaristi del “Corridoio Sud del Gas” emerge poi Remzi Gür, definito il <<Bancomat di Erdogan>> per le ingenti somme di denaro prestate.

Inoltre, cassaforte del gruppo azero Socar è una società svizzera, la Socar Trading, con un fatturato di 30 miliardi annui. Di questi, solo il 50% era detenuto dal regime dell’Azerbaijan. L’altro 50% faceva capo a due privati, l’azero Anar Aliyev e l’ex imprenditore russo Valery Golovushkin. Insomma un vero e proprio “gasdotto dei tre regimi” – com’è stato efficientemente nominato da L’Espresso – che rischia di avere notevoli risvolti anche in campo geo-politico.

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