Immigrati a Palermo, la parola ai politici dopo la presentazione di “IO SONO QUI”

ORLANDO, “NOI NON VOGLIAMO ESSERE PROCESSATI PER GENOCIDIO”

Alla presentazione  del documentario “IO SONO QUI” , che si è tenuta domenica 23 aprile al Teatro Politeama di Palermo, era presente anche il sindaco Leoluca Orlando, che, dopo la proiezione del documentario, è salito sul palco e ha preso la parola ricordando  la vocazione all’accoglienza della città:

Noi non vogliamo essere processati per genocidio e quindi accogliamo tutti, male, come possiamo. Ma accogliamo. Quando qualcuno mi chiede quanti sono i migranti a Palermo, io dico nessuno. Chi arriva a Palermo diventa palermitano e, se la risposta non piace, dico che siamo un milione e duecento mila. Tutti. Perché io credo che le immagini che abbiamo visto ci costringono ad avere una dimensione non umanitaria. Stiamo parlando della violazione continua di diritti umani di persone come noi e non si salva questa violazione con una carezza in più o in meno. Noi abbiamo bisogno di vedere rispettati i nostri diritti umani

Presenti in sala anche Fabrizio Ferrandelli e Rosy Pennino, assessore designato alle politiche sociali, che abbiamo raggiunto telefonicamente.

Rosy Pennino ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro degli operatori che lavorano nei centri di accoglienza:

L’iniziativa di domenica è stata il giusto merito di una comunità che è un fiore all’occhiello per la città di Palermo. Nei giorni precedenti ho visitato Casa Marconi e il lavoro svolto dagli operatori non è diverso da ciò che abbiamo visto durante la proiezione del documentario. Il lavoro svolto dai ragazzi dell’Associazione Asante è molto importante. Le  sofferenze devono diventare possibilità

PENNINO, “FARE POLITICA CON CONDIZIONE DI CAUSA”

Rosy Pennino pone l’accento sull’importanza della presenza della politica in occasioni come questa.

Su temi come questo era importante avere il sindaco uscente e tutti quelli che si candidano. Mi sono sentita di essere presente perché un futuro assessore non può che essere presente. Bisogna fare politica con condizione di causa. Chi è nei luoghi deputati a risolvere le questioni deve assistere a eventi come questo e avere una continua relazione con queste realtà

Come aveva raccontato, Gabriele Gravagna, regista del documentario, Rosy Pennino sottolinea  il valore di questi racconti all’interno della nostra società:

Siamo in una società dell’individualismo e bisogna raccontare storie. Questo vuol dire mettere a servizio degli altri la propria esperienza“.

IL “CARGIVER DELL’ACCOGLIENZA”

L’assessore designato alle politiche sociali ci racconta i progetti ai quali sta lavorando con Fabrizio Ferrandelli:

Dopo aver assistito alla presentazione, ho avuto un’idea: il cargiver dell’accoglienza. In questa città ci sono tantissime famiglie che chiedono aiuto a gran voce. Il cargiver dell’accoglienza sarebbe un servizio per restituire alle famiglie bisognose delle periferie economie per accogliere in casa gli immigrati, come la famiglia Pericolo. In questo modo gli immigrati sarebbero una risorsa. Creiamo amore e bellezza!

“UNA COOPERAZIONE TRA IMMIGRATI E PALERMITANI”

Poi, ci racconta un altro progetto cioè quello di “restituire le terre incolte e abbandonate dell’hinterland attraverso una cooperazione tra giovani palermitani e immigrati“.

“I PALERMITANI SANNO ESSERE PROTAGONISTI DI GRANDI STORIE D’AMORE”

Palermo deve restare città dell’accoglienza, ma deve alzare la qualità della vita per poi accogliere meglio. I palermitani sanno essere protagonisti di grandi storie d’amore. Diventa pericolosa quando i figli di Palermo hanno fame. I ragazzi africani sono puri e non hanno filtri. Bisogna sfruttare la purezza e interrompere la bruttezza che si sta creando. L’arrivo di questi ragazzi è una grande risorsa