Espulso Omar, era stato vicino al terrorista della strage di Berlino. La polizia lo ha trovato in possesso di un machete
Lo scorso 21 aprile OMAR Ashraf Mohamed Gamaleldin Mohamed Aly, nato in Egitto nel 1974 è stato accompagnato dalla Polizia di Stato presso il Centro di Permanenza di Brindisi – Restinco e, nella mattinata di ieri 28 aprile, è stato rimpatriato in Egitto con volo in partenza dall’aeroporto di Fiumicino.
Il provvedimento è stato eseguito dopo la conclusione di un complesso iter amministrativo terminato con due distinte decisioni del Tribunale Civile di Catania che non ha ritenuto di concedere la sospensiva dapprima al diniego della richiesta di permesso di soggiorno presentata per motivi familiari e, successivamente, al decreto prefettizio di allontanamento dal territorio nazionale adottato ex art.20 comma 12 D.L.vo 6 febbraio 2007 n.30.
Lo straniero è stato rintracciato dalla Digos di Catania dopo una mirata attività info-investigativa conclusasi tra l’altro con la perquisizione del camper che lo stesso utilizzava per i suoi continui spostamenti al fine di rendersi irreperibile; nel corso della ricerca, sono stati rinvenuti e sequestrati un machete di fattura artigianale lungo circa 40 cm e un telefono cellulare contenente tra l’altro un file-audio riproducente l’inno dell’ISIS ed una foto del terrorista che aveva ucciso in diretta l’Ambasciatore Russo durante un convegno in Turchia, riportante una scritta il lingua araba e tradotta “Dio è grande, noi siamo come Mohamed e saremo così per sempre e non lasceremo nessuno in pace se prima la popolazione di Damasco non sarà lasciata in pace”.
L’OMAR, inoltre, dopo le notifiche degli atti dava in escandescenza rendendo necessario l’intervento dei medici del 118 che hanno dovuto sedarlo.
I summenzionati provvedimenti sono stati resi necessari dalla spiccata pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica evidenziata dal predetto egiziano durante gli anni di permanenza in Italia e dai contatti emersi con il terrorista della strage di Berlino, AMRI Anis.
Infatti, lo stesso, è stato più volte condannato per vari reati, tra cui false attestazioni sull’identità, falsità materiale, uso di pubblici sigilli contraffatti, resistenza a pubblico ufficiale, tentata rapina, porto illegittimo d’armi e minacce, per i quali era stato tra l’altro destinatario di un altro decreto di espulsione il 14 marzo 2013 con trattenimento presso il C.I.E. di Trapani da dove il successivo 21 aprile veniva coattivamente rimpatriato nel suo Paese d’origine.