La Pensione Pubblica non è sostenibile. Con l’attuale scenario demografico l’intero “Walfare State” è una BOMBA ad orologeria

Si è propiro così, nessuno ne parla o almeno sono in pochi che provano a farlo in modo semplice e chiaro: la pensione pubblica, come tutte le altre prestazione del walfare state i (stato sociale: scuola, ospedali, asili nido, assistenza infortunistica, inabilità lavorative etc.etc..) in un paio di lustri saranno seriamente a  rischio.

Di tanto in tanto sui media echeggiano le parole allarmanti dell’attuale presidente dell’Inps il quale sottolinea la necessità che le nuove generazioni non potranno andare in pensione prima dei 75 anni…

Contributo da Studio Capuano

corriere

Ma le pensioni sono solo la punta dell’iceberg il vero ghiacciao è sommerso e se continuiamo a tenere il naso in sù per guardar le stelle l’impatto con la realtà ci farà affondare, in questo contesto avere pronta la scialuppa di salvataggio fa la differenza…

Il rischio che l’intero stato sociale, così come lo conosciamo oggi  salti, però, non è solo figlio della cattiva gestione della “macchiana” pubblica (inps, inail, etc…) ma soprattutto, cosa ben più inquietante,  della particolare struttura demografica del nostro paese (vedi immagine di copertina).

Pertanto comprendere i trend di lungo periodo per pianificare il prorpio futuro diventa assolutamente indispensabile per chi non vuole avere brutte serprese.

Capire per non sopperire… educarsi alla pianificazione… comprendere le regole della finanza personale…  sono le parole d’ordine del nostro “nuovo mondo”.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire cosa sta accadendo in Italia:

  1. Il “sorpasso” demografico

La ricchezza (futura) di un paese la si misura anche con la struttura demogarafica, in pratica le aspettative di crescita economica di un paese sono legate al rapporto tra popolazione giovane ed anziani, tra nascite e decessi.

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come si può notare dal grafico nel 2006 c’è stato, per la prima volta nella storia d’Italia, il sorpasso dei decessi sulle nascite.

2. No Figli? No spesa! (pubblica)

Il crollo dei nuovi nati per l’Italia, rappresenta una vera e propria tragedia economica per un paese come l’Italia, che pur avendo la fortuna di avere  cittatini tra i più longevi del paese, si trova a fare i conti con un futuro senza la possibilità di assisterli….

Perchè?….

Perchè se ci sono poche nascite, non ci sarà nuova forza lavoro, non ci sarà  produzione di reddito, non ci saranno tasse da riscuotere per finanziare i servizi sociali…

Bisognerà ridurre la spesa pubblica riducendo i servizi ai cittadini…

(n.b.: la riduzione della spesa pubblica non sempre è un male, anzi spesso rappresenta un’azione virtuosa di uno stato. Per capire bene il concetto possiamo paragonare la Spesa Pubblica al colestrolo, c’è quella buona e quella cattiva, quella buona è la spesa “produttiva” e cioè quella fatta offrendo servizi utili ai cittadini, la spesa pubblica cattiva si sintetizza in una sola parola: SPRECO e va eliminato senza se… e senza ma…!)

3. Il cane che si morde la coda…    (le tasse fanno aumentare le tasse)

Negli ultimi decenni, il problema demografico italiano non è mai stato affrontato e si è preferito mettere la testa sotto la sabbia, facendo finta di credere che se mancavano le risorse per sostenere i “servizi sociali” non era necessario eliminare gli sprechi della spesa pubblica (attivando nel contempo politiche a sostegno delle famiglie e di chi faceva figli) ma gridando alla grande evasione fiscale ed AUMENTANDO A DISMISURA LE TASSE!

MA COME DIMOSTRA IL GRAFICO SOTTOSTANTE L’AUMENTO (OTTUSO) DELLE TASSE NON HA FATTO ALTRO CHE RIDURRE ULTERIORMENTE IL PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL =  RICCHEZZA DEGLI ITALIANI), RIDUCENDO DI CONSEGUENZA IL QUANTITATIVO DI DENARO IN MANO ALLO STATO PER OFFRIRE SERVIZI… E COSI’ VIA DI ANNO IN ANNO… L’ITALIA STA SEGANDO IL RAMO DELL’ALBERO SU CUI E’ SEDUTA!

variazione pil e pressione fiscale

Più aumenta la pr seione fiscale più lo stato vede ridursi le risorse a sua disposizione e allora lo stato cosa fa per recuperare il gettito perso? AUMENTA LA PRESSIONE  FISCALE!

In simili condizioni come si può sperare che lo stato riesca ancora a garantirci negli anni servizi ed assistenza sociale, pensione compresa?

4. Il risparmiatore deve, a differenza del passato, sostituirsi allo stato e    coprirsi dai  rischi sociali anche con coperture assicurative e previdenziali.

In condizioni simili, il risparmiatore sarà costretto a pianificare le sue risorse finanziare per sostituirsi ad uno stato che (pur tartassando-lo) non riesce più a garantirgli  servizi essenzali come la pensione…

Facciamo un esempio di copertura delle esigenze attraverso la piramide sottostante…investimento-piramide-con-aree-di-bisogno-1

Come si può notare , nella pianificazione, assume sempre più importanza la copertura dei rischi sociali quali infortuni, malattia, perdita di lavoro; rischi suI beni (furto, incendio, calamità naturali etc…), rischi di longevità come long term care (cure per anziani), non autosufficienza e Pensione.

Nessuno lo dice ma purtroppo è finità l’epoca in cui lo stato ci accompagnava dalla culla alla tomba… oggi il riparmiatore lungimirante PIANIFICA i propri risparmi COPRENDOSI DAI RISCHI che potrebbe incontrare sul suo cammino.