Primarie PD, Orlando: “Diffusi dati ufficiosi e non ufficiali. Renzi non ha il 70%”
All’indomani delle votazioni per le primarie del PD, Orlando contesta i dati diffusi dall’organizzazione del partito. Stando alle parole del secondo arrivato Renzi non avebbe ottenuto il 70% dei voti, ma solo il 68. Mentre Orlando prende il 22% ed Emiliano poco più del 9.
Una bella matassa all’indomani delle votazioni svoltesi domenica 30 aprile in occasione delle primarie del Partito Democratico. Sembra infatti, secondo il Comitato di Andrea Orlando, che i dati diffusi dall’organizzazione del partito non siano <<ufficiali, ma ufficiosi>>. Essi sostengono che l’ex premier non abbia raggiunto la soglia del 70%, ma si sia assestato al 68%; Orlando avrebbe invece raggiunto il 22,2% (contro il 19,5% dei dati pubblicati) ed Emiliano il 9,8% (a dispetto del 10,49% con cui è stato presentato). In questo modo i voti risulterebbero enormemente gonfiati. Viene così messa in dubbio la credibilità del partito stesso.
Una precisazione doverosa, stando al Comitato Orlandiano, che prosegue con l’accertamento e la verifica delle procedura. Premessa al fatto che l’aver superato il 22% spinge il secondo arrivato a continuare lungo la strada percorsa in questi mesi “che ha visto il coinvolgimento di tanti elettori e militanti del Pd e del centrosinistra” .
Lo stesso comitato getta anche un’ombra di dubbio sul numero totale di voti e sull’affluenza ai seggi, dichiarando che i 2milioni di voti pervenuti in realtà vagano tra 1,6 e 1,8 milioni. La polemica è comunque solo ed esclusivamente psicologica: 70 o 68% Matteo Renzi stravince ed è nuovamente il segretario di un partito che, però, a dispetto degli anni passati, ha perso in termini di consensi e flusso elettorale.