Nomi e volti del G7: conosciamo i presidenti
Justin Trudeau, classe 1971, eredita dal padre Pierre, ex primo ministro canadese, la passione per la politica e il carattere di solidarietà verso il prossimo. A soli 29 anni, in occasione del discorso per i funerali del defunto padre, attira su di sé l’attenzione del Paese. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla cosa pubblica, ha svolto diversi lavori, da insegnante di snowboard ad attore. Si è lasciato fotografare in mutandoni da boxe, con il cappello da cowboy e mentre si faceva baciare da due transgender. Ciò ha gettato non poche ombre di dubbio sulle sue capacità amministrative. I conservatori, suoi avversari, hanno colto la palla al balzo per coniare lo slogan “Just not ready” (non ancora pronto) giocando sul nome “Justin”. Tacciato di inesperienza ed esuberanza, dopo 7 anni in Parlamento, arriva comunque alla premiership del partito liberale e, nel 2015, alla clamorosa vittoria elettorale. Femminista convinto forma un governo composto al 50% da donne. La sua è una politica dell’accoglienza incentrata sullo slogan “Welcome to Canada” . In aeroporto apre letteralmente le porte del Paese ai rifugiati siriani a cui distribuisce cappotti e abbracci. Sul fronte estero, la promessa di porre fine alle missioni aeree contro l’ISIS è in parte stata mantenuta, tra polemiche e applausi. Un’altra polemica ha preso piede con la promessa di legalizzazione della cannabis, di cui Trudeau si è fatto portavoce.