Mafia, la D.I.A. sequestra beni ad esponente di spicco della famiglia mafiosa Santapaola – Ercolano
Dalle prime ore della mattinata odierna personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal 1° Dir. Della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, sta eseguendo il decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta avanzata dal Direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA, nei confronti di CASESA Mirko Pompeo, cl.1983, nativo di Catania, elemento di spicco del pericoloso clan mafioso “SANTAPAOLA – ERCOLANO”, in particolare del “Gruppo di Mascalucia”, operante nell’omonimo territorio della provincia etnea.
Il curriculum criminale del CASESA Mirko Pompeo iniziava nell’ottobre del 2000, quando ancora minorenne si rendeva responsabile di tentata rapina ai danni di un istituto di Credito di Zafferana Etnea (CT).
In seguito lo stesso si è rapidamente inserito nelle compagini criminali mafiose, in particolare aderendo al potente clan “Santapaola – Ercolano”, nel “Gruppo di Mascalucia”, come dimostrano la sequela di arresti e successive condanne a partire dal 2007.
Nel mese di gennaio 2007 veniva tratto in arresto dai Carabinieri di Gravina di Catania poiché gravemente indiziato del reato di tentata estorsione in concorso, ai danni di un imprenditore, aggravato dall’utilizzo del metodo mafioso. Per tale reato lo stesso veniva condannato in via definitiva alla pena di anni 2 (due) e mesi 4 (quattro) di reclusione
Nell’aprile del 2013, CASESA Mirko Pompeo veniva nuovamente tratto in arresto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Fiori Bianchi 3”, in quanto ritenuto responsabile del reato di estorsione ai danni della società “CARMEDIL S.R.L.”, operante nel settore delle costruzioni edilizie.
Dalle indagini sono emersi, inoltre, gravi indizi di colpevolezza a carico del predetto CASESA Mirko Pompeo, in ordine alla sua partecipazione all’associazione mafiosa “Santapaola – Ercolano’”, ed al suo ruolo di spicco all’interno del “Gruppo di Mascalucia”. In sede processuale, per i reati contestatigli, lo stesso è stato condannato dalla Corte d’Appello di Catania, nel novembre 2016, alla pena detentiva di 7 anni e 2 mesi, essendo stato ritenuto il vincolo della continuazione con il reato di associazione mafiosa, per il quale il GUP di Catania lo aveva condannato, il 10.12.2014, alla pena di anni 8 (otto) di reclusione. Tale sentenza era stata pronunciata a conclusione del giudizio abbreviato nell’ambito del procedimento penale, instaurato nel 2010, che lo vedeva imputato di appartenere al gruppo di Mascalucia del clan “Santapaola-Ercolano”.
Nel febbraio 2014 personale della Squadra Mobile della Questura di Catania, nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Money Lender”, traeva nuovamente in arresto CASESA Mirko Pompeo in quanto ritenuto responsabile del reato di usura pluriaggravata in concorso e tentata estorsione, con l’aggravante di avvalersi delle condizioni di assoggettamento e omertà derivanti dal metodo mafioso, al fine di agevolare i clan “MAZZAGLIA” e “SANTAPAOLA”, ai sensi dell’art.7 L.203/91.
Il quadro probatorio fornito con la ricostruzione del profilo criminale di CASESA Mirko Pompeo operata dalla D.I.A di Catania, unitamente ai minuziosi e complessi accertamenti patrimoniali, estesi anche al suo nucleo familiare – che evidenziavano la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali di CASESA – è stato positivamente valutato dal Tribunale di Catania, che, con il provvedimento ablativo in corso di esecuzione, ha disposto il sequestro del patrimonio del CASESA, comprendente anche i beni fittiziamente intestati alla moglie MAZZAGLIA Agata, consistente in un’abitazione, un garage, una impresa operante nel settore di autonoleggio autoveicoli e nove autovetture.