Youssef Zaghba: il primo terrorista italiano
Youssef, il terrorista italiano
Il cittadino italiano Youssef Zaghba, nato a Fez nel 95’, si era trasferito a Bologna dopo il divorzio della madre italiana con il padre marocchino. Una storia come tante, se non fosse che Youssef sia proprio uno dei tre terroristi autori dell’attentato di Londra del 3 giugno ed era già noto alle autorità italiane. Nel marzo 2016 infatti era stato fermato all’aeroporto di Bologna – zaino in spalla e biglietto di sola andata alla mano – pronto ad imbarcarsi per Istanbul. Alla madre aveva raccontato di essere andato a Roma e quando è stato fermato si è subito agitato. Gli sono stati sequestrati passaporto e telefonino, ed è stato inviato un appunto alla polizia britannica.
Non sono emersi elementi particolari, se non qualche documento di carattere religioso, scaricato da siti fondamentalisti. Il tribunale del riesame, dopo dieci giorni, ha deciso per il suo rilascio. Successivamente Zaghba risulta non aver vissuto in Italia stabilmente, se non per brevi visite: la maggior parte dei suoi spostamenti furono tra il Marocco e l’Inghilterra. Risulta inoltre che i britannici non abbiano provveduto a tenere sotto controllo il giovane, che invece veniva regolarmente attenzionato ad ogni suo ritorno in Italia.
Gli spostamenti e la radicalizzazione
Dalla fine dello scorso anno infatti non tornava in Italia e lavorava a Londra. E’ lì che secondo la madre sarebbe avvenuta la sua radicalizzazione. La stessa afferma che il padre – Mohammed – non sarebbe coinvolto, poiché non pratica l’Islam radicale. Dal Marocco però raccontano che Mohammed faccia parte dei Tabbligh Edawa, ovvero un gruppo di missionari dedito al proselitismo, anche se non di stampo terrorista. In realtà sembra che il percorso di Youssef percorso sia iniziato in Marocco, dove studiava informatica, e si sia poi concretizzato a Londra, con l’incontro del pakistano Kuhram Shazam Butt, capo della cellula dell’attentato di sabato. Le ottime conoscenze informatiche hanno permesso a Youssef di entrare nella rete web dell’Isis.
Resta da capire se, e attraverso chi, Youssef sia stato messo in contatto con i terroristi londinesi quando era già a Bologna, non è chiaro se prima o dopo il fallito imbarco. Su questa pista indagano gli inquirenti. Quella del web rimane l’ipotesi più calda, in quanto risulta che Youssef
Le polemiche sulla magistratura
Non sono mancate le polemiche per il suo rilascio ma, secondo il penalista Michele Caianello, “nel dubbio non si limita la libertà di una persona, questo dice la legge”. Non è dello stesso avviso l’ex ministro Claudio Martelli, per il quale bisognerebbe togliere ai giudici il potere discrezionale di decidere anche in presenza di semplici sospetti. “Le leggi prevedono già carcere o misure preventive per i sospettati di terrorismo o di mafia: tuttavia l’applicazione è rimessa al libero apprezzamento del giudice. Il ministero dovrebbe emanare un decreto legge che imponga al giudice l’adozione di tali provvedimenti”.