A quasi ormai 7 anni di distanza dalla vicenda, il Tribunale di Milano ha oggi stabilito una pena di 3 e anni e mezzo di reclusione per l’ex <<storico>> Direttore di Tg4, Emilio Fede. L’accusa quella di aver concorso in bancarotta fraudolenta nell’ambito della vicenda legata al fallimento della società di Lele Mora (uscito per patteggiamento). Il giornalista è anche imputato per il presunto dirottamento a suo favore di una somma di denaro pari ad 1.1 milioni di euro, elargita dall’ex premier Silvio Berlusconi per salvare la società di Mora. Il Tribunale ha quindi previsto anche la restituzione immediata dell’intero importo.
Pare infatti che nel lontano (non troppo) Luglio 2011 l’ex premier abbia versato 2 milioni e 750 mila euro sul conto dell’impresa intestata a Dario – detto Lele – Mora, la curatela del fallimento. E che una parte di questi soldi siano finiti proprio nelle tasche dell’ (ormai ex) amico Emilio Fede.
“Una parte del denaro che Berlusconi nel 2010 prestò per aiutarmi, visto che ero sull’orlo del crac finanziario, io li ho dati a Emilio Fede perché lui aveva parlato con Silvio per chiedere quel prestito per me e poi mi aveva chiesto di dargliene una parte, dicendomi anche ‘tanto è generoso, vedrai che te ne darà altri‘ .
Ha confessato ai pml’ex talent scout. Prestito tramutato abilmente in “un atto di generosità” nelle parole pronunciate dal Cavaliere nel corso dell’udienza del 27 Marzo scorso sempre nelle aule del Tribunale di Milano. Seconda l’accusa Fede avrebbe ricevuto da Mora tre rate – in tre conti separati – rispettivamente di: 450, 500 e 160 mila euro. La difesa, nella persona di Alessandra Guarini, legale di Fede, nel corso della sua arringa ha chiesto l’assoluzione con formula piena del suo assistito in quanto
Nulla lega Emilio Fede allo stanziamento di queste somme e non vi è prova che queste somme siano state date a Fede per le attività di mediazione o come spartizione in forza di un accordo con Lele Mora.
Il giudice ha però dato ragione all’accusa. Il pm Eugenio Fusco ha richiesto una pena base di 4 anni. Condanna poi “limata” a 3 anni e mezzo per il “comportamento positivo” dell’imputato.
È una condanna assolutamente ingiusta – replica l’avvocato Guarini a fine sentenza – Fede in questa vicenda è totalmente estraneo e lo dimostreremo in appello.
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