Il 10 settembre si terrà un’assemblea regionale per la presentazione del programma e l’ufficializzazione della candidatura alla presidenza della Regione di Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia. La convergenza su Fava è arrivata grazie all’accordo raggiunto all’interno delle forze di sinistra siciliane, ad esclusione del Pd, che invece sostiere il rettore Fabrizio Micari con l’appoggio degli alfaniani.
Pubblichiamo un estratto della nota congiunta emanata da Claudio Fava e Ottavio Navarra – l’altro uomo di punta indicato dal Prc, Possibile e vari partiti di sinistra – in vista dell’assemblea di domenica 10 settembre che si terrà a Palermo all’Hotel Astoria Palace, a partire dalle 16.30.
” (…) Ribadiamo la necessità per la Sicilia della costruzione di un polo alternativo a quelli esistenti non in grado di rappresentare una risposta alle speranze dei siciliani e sul piano programmatico ha ribadito la necessità di un impegno sul tema dei beni comuni e sulla necessità di una loro oculata gestione ponendo fine ai processi di privatizzazione, sulla necessità di una azione iniziale contro le povertà in Sicilia, sulla opportunità di offrire risposte sul terreno del diritto allo studio. Nella sostanza, si raccolgono oggi i frutti avvelenati causati dalla coalizione che sostiene Crocetta, in continuità con quelli prodotti dai governi Lombardo e Cuffaro. La crisi di funzionamento e di credibilità dell’Ars, con la costante delegittimazione del ruolo storico dell’autonomia siciliana, sono da addebitare alla responsabilità di un ceto politico trasformista, dedito alla sua auto conservazione e a garantire esclusivamente clientele ed affari. Nella stessa direzione vanno privatizzazioni, sperpero e perdita delle risorse comunitarie, rapina. delle ricchezze naturali, devastazioni ambientali, degrado dell’assetto idrogeologico dei territori, incuria e abbandono del patrimonio boschivo,storico e paesaggistico, negazione dei diritti costituzionali, della salute come del sapere e dell’assistenza ai soggetti svantaggiati. Di questo contesto il PD è il principale responsabile. Da questa consapevolezza, nasce la volontà di costruire una alternativa al PD e ai poli politici esistenti e alla rete di potere da essi rappresentati. Da qui la costruzione di un progetto che, per essere credibile, deve avere caratteristiche di rottura radicale, capace di suscitare sentimenti di speranza e desideri di partecipazione nella battaglia per il cambiamento in larghi settori dell’elettorato.
(…) Siamo convinti che la sfida messa in campo è inedita per la Sicilia e per il nostro Paese e l’assemblea del 10 sancirà l’atto di nascita di una particolare esperienza politica che non si esaurirà con il voto del 5 novembre. Per questo chiamiamo a raccolta le esperienze migliori della società siciliana. E’ il tempo della svolta e di un cambiamento necessario ed utile. Noi due insieme mettiamo a disposizione, dei siciliani e di tutte le forze che sostengono il nostro progetto, le nostre competenze e la nostra passione”.
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