C’era una volta…un diamante in mezzo al mar mediterraneo

C’era una volta, in una piccola isoletta in mezzo al mare…Si è in questo modo che va iniziata una storia con la “S” maiuscola come “Ustica. Gli anni del diamante”. Perché dopo aver visto questo piccolo capolavoro, con tutti i limiti e anche i pregi di un’opera prima, dalla produzione sudatissima [per la gran parte il progetto è finanziato da una raccolta fondi dal basso] insomma dopo averlo visto quello che rimane è il gusto delle favole. Un gusto che viene da lontano, che ci lascia con un pò di amaro in bocca ma che allo stesso tempo rende tutto, noi e la nostra realtà, migliore, per quanto possibile.

Un esordio dei giovanissimi registi Coco (Stefano e Mathia), fratelli e usticesi in ordine sparso. Usticesi di fatto, ma anche nel cuore, e si vede in ogni singola ripresa. Per circa tre anni hanno lavorato a rimettere insieme questa storia lunga 30 anni e fatta da decine e decine di persone tra Ustica, l’Italia, l’America e Cuba.

La storia
Tra il 1971 e il 2005 sulla piccola isola di Ustica, nel mar Mediterraneo a nord di Palermo, si è sviluppato un fenomeno straordinario.
In poco più di 30 anni ha avuto luogo la parabola sorprendente del batti-e-corri, denominazione nostrana del più conosciuto baseball.
All’apice del successo, durante gli anni ’90, la piccola isola di circa mille abitanti ospitava due società sportive: l’Ustica Baseball Club e l’Ustica Softball Club, entrambe nelle massime serie nazionali.
Un fermento sportivo e sociale che ha portato, tra le fila della nazionale di softball, un’atleta usticese alle Olimpiadi di Sydney 2000.

Si rimane attaccati allo schermo ascoltando le voci sognanti dei protagonisti di questa fiaba contemporanea, e come per magia ci si sente coinvolti. Atleti, dirigenti, allenatori tutti cronisti, davanti la macchina da presa, di un trentennio magico, sognante eppure così vero. Non si può che stare lì ad emozionarsi ed empatizzare, come in quei film in cui l’avversario più fiacco all’inizio, poi ce la fa in un crescendo vincente, in un qualsiasi sport, e tu sei lì sulla sedia a sussultare come fosse la cosa più importante del mondo. Ecco quell’empatia lì; solo che qui è tutto vero; vero come il campo da Baseball che potete scoprire nell’entroterra usticese, una struttura che sembra essere stata posata lì dal cielo. Vera come la ragazza, Clelia Ailara, che dall’azzurro mare di Ustica è giunta fino al fuoco olimpico di Sydney nel 2000. Vero come tutti i servizi giornalistici che negli anni si sono affastellati. 

Un documentario denso, completo. Tecnicamente buono, forse troppo pieno. Ma si perdona lo zelo alla giovane coppia di registi. L’urgenza del racconto si percepisce e rapisce completamente. Funziona il gioco poetico del particolare che diventa universale, metafora preziosa, e come per magia i 90 min non pesano affatto. Consigliato certamente.  

Prossima proiezione a Palermo il 23 settembre alle 21h presso i cantieri culturali della Zisa.

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Ustica, gli anni del diamante from Riccio Blu on Vimeo.