“I calabresi non possono entrare”, è accaduto a Milano
Quattro ragazzi calabresi si vedono letteralmente chiuse in faccia le porte dei maggiori locali milanesi a causa (si presume) della loro provenienza. Sotto lo sfogo.
<<Io e altri tre amici abbiamo deciso di trascorrere il ponte dell’Immacolata a Milano, per fare qualcosa di diverso..>> a parlare è un ventunenne calabrese, della provincia di Cosenza, che decide di condividere con i lettori di Moralizzatore.it, la sua (dis)avventura in quel di Milano. Stando ai fatti narrati, pare infatti che i giovani siano stati vittima di discriminazioni razziali non di poco conto.
Soldi alla mano, presentatisi alle porte dei centralissimi locali di Corso Como, simbolo della Movida milanese, i quattro hanno ricevuto un trattamento alquanto anomalo. “Da dove venite?” è stata la domanda più volte loro posta durante l’odissiaca serata. <<Probabilmente mentre parlavamo ci sarà scappata qualche parola in dialetto o il classico ‘compà’…>> Alla genuina risposta “Dalla Calabria” sono conseguite scuse su scuse da parte dei buttafuori. “Siamo pieni” o “Dovete essere in lista” tra le più gettonate. <<Anche se – continua il ventunenne – dietro di noi continuavano ad entrare flotte di persone, tra cui minorenni senza prevendita o invito>> .
Locale dopo locale, la situazione non sembra migliorare. All’ultimo tentativo i quattro, dopo l’ennesima richiesta di provenienza decidono di spacciarsi per romani, riuscendo finalmente ad entrare. L’idea non era quella di “rinnegare le proprie origini pur di andare a ballare”, come qualcuno maliziosamente potrebbe insinuare, ma capire se effettivamente l’insidiosa domanda nascondesse dei pregiudizi.
<<Ci sentiamo profondamente offesi e delusi – terminano i ragazzi che per ovvi motivi hanno preferito restare anonimi – Ovviamente non si può fare di tutta l’erba un fascio. Ognuno parla per la propria esperienza e la nostra è questa. E ci fa piacere (piacere si fa per dire ndr) raccontarla perché qualcuno deve sapere. Spesso siamo noi al centro di polemiche, circa la nostra mentalità chiusa. La loro mentalità dopo tale esperienza, non sembra così aperta..>>