E subito dopo l’aggressione, insieme al video, era giunta in rete anche una nota anonima per rivendicare il raid.
“A pochi giorni dall’arrivo in città di Roberto Fiore, atteso in città per un comizio in conclusione della campagna elettorale Massimo Ursino, uomo di spicco e dirigente nazionale del partito Forza Nuova, è stato colpito in modo esemplare mentre passeggiava per le vie del centro. E’ stato bloccato, immobilizzato e legato con del nastro adesivo, poi lasciato a terra senza possibilita’ di fuggire”. “Chi afferma che esista una ‘minaccia fascista’, a Palermo come in tutta la Sicilia – prosegue la nota – dovrà ricredersi: questi uomini di poco conto appartenenti a formazioni neofasciste, che fanno di razzismo e discriminazioni il loro manifesto politico nonchè la costruzione della loro identità forte e battagliera, si sgretolano in men che non si dica sotto i colpi ben assestati dell’antifascismo. Infatti non sono in grado di difendere sè stessi, figuriamoci di attuare il loro programma politico. I fatti avvenuti oggi sono la dimostrazione del fatto che sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo, a partire da questi protagonisti del forzanovismo, guerrieri a parole, violenti nelle immagini che evocano forse, ma incapaci di proteggere la propria incolumità e di conquistare qualsiasi forma di potere politico. Palermo è antifascista, nelle pratiche e nella quotidianità di chi la vive. A Palermo non c’è spazio per il fascismo”.
All’indomani del pestaggio, la sede di via Villa Florio riapre le saracinesche. Il segretario regionale Giuseppe Provenzale commenta: “abbiamo reagito con il nostro solito modo di fare, cioè abbiamo ricominciato l’attività, che era stata interrotta a causa dell’aggressione e abbiamo ripreso il nostro lavoro“. E mentre sale la tensione, in attesa della visita del segretario nazionale Roberto Fiore di sabato 24 febbraio, Provenzale prosegue:
“Rispetto all’incontro di sabato confermiamo tutto. Nessuna preoccupazione, è la nostra vita. È ovvio che in periodo di campagna elettorale il nostro candidato Presidente del Consiglio terrà un comizio a Palermo, che sarà assolutamente pacifico. Reagire non è nel nostro stile. Peraltro, non si può autorizzare una contro manifestazione. Come si fa a manifestare contro un comizio elettorale? Non ha nessuna logica e non è previsto dalla legge. Vedremo come si comporteranno le autorità. Siamo interessati a capire in concreto cosa accadrà adesso“.
Sulla nota diffusa ieri, il segretario regionale commenta sottolineando i problemi affrontati soprattutto negli ultimi mesi:
La nota ricorda il linguaggio e le modalità delle Brigate Rosse, oltreché un comportamento tipicamente mafioso. È gente che si qualifica da sé con i comportamenti che ha. Le azioni indicano di che natura è fatta una persona, un gruppo politico, un sodalizio. Noi facciamo tutt’altro. I cattivi diventano buoni, i buoni diventano cattivi. Bisogna cercare di comprendere la realtà e non demonizzarla, come è stato fatto da mesi e mesi
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