Catania

Aggressioni nei pronto soccorso, Fsi-Usae incontra il Questore Francini: “A breve convocherà i direttori generali delle aziende ospedaliere”

Dopo la richiesta avanzata dal sindacato Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, si è tenuto ieri in Questura l’incontro con il Questore di Catania Alberto Francini, per fare il punto della situazione sulla questione sicurezza negli ospedali della provincia etnea e individuare congiuntamente le misure idonee ad arginare i numerosi casi di aggressioni al personale sanitario.

Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae e territoriale per la provincia di Catania, in merito alle problematiche di sicurezza dei luoghi di lavoro nelle aziende sanitarie, ha rappresentato e denunciato per l’ennesima volta anche al nuovo Questore, il notevole rischio per l’incolumità fisica e psicologica a cui risultano giornalmente esposti i lavoratori addetti ai pronto soccorso.

Precedentemente la Fsi-Usae aveva avuto due incontri, con il dott. Marcello Cardona il 29 marzo 16 e con il dott. Giuseppe Gualtieri l’8 marzo 2017. Oggi si è reso necessario un altro appuntamento alla luce delle ultime due gravi aggressioni avvenute al Vittorio Emanuele il 14 marzo 2018 a danno di due medici, per chiedere rassicurazioni sull’operatività delle misure preventive e di controllo del territorio.

Nell’incontro di ieri, la Fsi-Usae ha fatto emergere il pesante stato di disagio e di pericolo in cui sono costretti ancora a operare gli infermieri, i medici e tutto il personale sanitario che gravitano attorno ai pronto soccorso di Catania e provincia.

E’ stato inoltre illustrato il testo del disegno di legge 2909 presentato il 15 novembre scorso ‘Disposizioni per garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e l’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere e i presidi ambulatoriali di guardia medica’, presentato su iniziativa di 16 senatori.

“La nostra denuncia e l’incontro con il Questore di Catania nel 2015, portarono ad un risultato: riuscimmo a far raddoppiare la sorveglianza nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania dove divennero operativi due vigilantes in più e grazie a quell’incontro l’Asp, il Policlinico-Vittorio Emanuele, il Garibaldi e il Cannizzaro di Catania siglarono una convenzione con la Questura di Catania che permise di agire in maniera più efficace nel caso di reati o aggressioni. Fu messo a disposizione dell’operatore una linea diretta per comunicare con la sala operativa, a siglare l’accordo intervenne anche l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino e fu invitata la Fsi-Usae”, spiega Coniglio.

“Le pessime condizioni dei pronto soccorso sono sotto gli occhi di tutti. Sono anni che lo denunciamo. I pronto soccorso sono diventati insicuri, manca sicurezza per gli operatori, è un’odissea per i pazienti e per i loro parenti, sostano anche 3 giorni prima di trovare un posto letto, se le strutture non sono più sufficienti a soddisfare l’assistenza sanitaria si aprano gli ospedali completati da anni anziché lasciarli ai vandali e all’incuria. Viene sempre sbandierata l’apertura a breve del pronto soccorso del policlinico e l’apertura del San Marco, ma quando? Gli ospedali sono quotidianamente affollati come trincee dove i pazienti sono costretti a lunghe attese in ambienti disagevoli e affollati, col rischio di cadere dalle barelle su cui sono sistemati in mancanza di posti letto. I posti letto degli ospedali siciliani sono sempre di meno mentre purtroppo aumentano i pazienti, alcuni di loro, in attesa di essere visitati o addirittura ricoverati, sono costretti a sostare per giorni e notti sulle barelle, dove accade che restino per l’intera degenza. E’ una situazione penosa e preoccupante – afferma Calogero Coniglio – il clima di terrore tra operatori sanitari e pazienti quando avvengono episodi di aggressione è altissimo. Il personale opera su spazi stretti, con ritmi impossibili, barelle ovunque, e attese estenuanti per i pazienti, molte volte la privacy non è garantita, immaginate fare i bisogni fisiologici in queste condizioni. Infermieri, tecnici, ausiliari e medici costretti ai salti mortali per assistere e curare i pazienti. Ad un certo punto è fisiologico che nei pronto soccorso la situazione sfugga di mano. A catena il disagio si ripercuote anche in alcuni reparti dove vengono aggiunti letti nei corridoi”.

Esposti al Questore anche il problema di sicurezza per i dipendenti che saranno costretti a parcheggiare al di fuori della struttura, in un multipiano, nel lato opposto del Policlinico, buio, lontano e pericoloso, di agevole accesso per malintenzionati. Il problema di sicurezza anche ai presidi Vittorio Emanuele e S. Bambino: da alcuni mesi è diventato un incubo lasciare le vetture all’interno o adiacenti alle strutture. Una volta terminato il turno, in molti si ritrovano spesso con vetri rotti e segni di effrazione nelle automobili.

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