Esteri

Stazione spaziale cinese, il rientro di Tiangong1 slitta al 2 aprile

“Il satellite ha rallentato la corsa nelle ultime ore, abbiamo avuto la previsione di rientro in atmosfera per il 1 aprile alle 22,34 utc (Universal time) ovvero alle 00,34 del 2 aprile ora italiana. C’è una finestra di incertezza che va da 5 a 10 ore”, ha spiegato il capo dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli a proposito della stazione spaziale cinese Tiangong 1 nel corso di una conferenza stampa presso il Dipartimento della Protezione civile a Roma. Le orbite previste sull’Italia prevedono 4 finestre: una prima opportunità di passaggio è tra le 4,25 e le ore 4.55 del 2 aprile ora italiana; la seconda finestra si colloca tra le ore 5,58 e le 6,28 del 2 aprile; la terza è tra le ore 7,30 e le ore 8; la quarta tra le 9,02 e le 9,32 su diverse porzioni del territorio italiano. Dai dati è possibile desumere che la Liguria e l’Emilia Romagna non sono interessate dal rientro della stazione spaziale ed è stato ridotto a 100 km il buffer dello spazio della traiettoria ovvero di caduta dei detriti. Il tavolo tecnico si aggiorna a domani alle ore 18; nel frattempo l’Asi continuerà ad elaborare le informazioni sulla data di rientro, ha spiegato Claudio Portelli, dell’Agenzia spaziale italiana.

La stazione spaziale cinese Tiangong1 ha ormai perso il controllo di assetto e ha cominciato a ‘ruzzolare’, o a ‘tombolare’ come dicono gli esperti, ossia a ruotare in modo irregolare su se stessa, rendendo più difficili i calcoli di astrofisici di tutto il mondo che in queste ore la stanno seguendo con telescopi e radar.

BRILLANTE NEL CIELO COME VEGA

La fascia a rischio di essere colpita dai frammenti della stazione spaziale cinese Tiangong 1, compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord, è tra le più popolose della Terra. Comprende infatti città come Los Angeles, New York, Rio De Janeiro, Madrid, Roma, Nuova Dehli, Sydney, Hong Kong e Tokyo, ha rilevato Tommaso Sgobba, direttore dell’associazione internazionale per la sicurezza spaziale Iaas (International Association for The Advancement of Space Safety). Sono attesi in giornata i calcoli che permetteranno di escludere da quest’area le prime aree e di restringere il cerchio della zona a rischio. Al momento continua a essere coinvolta un’ampia zona che, oltre all’Italia centro-meridionale, comprende gran parte del Sudamerica e parte dell’America centro-settentrionale, Africa, Asia meridionale, Oceania e naturalmente gli oceani.

Probabilità impatto su Italia 0,2% – “Al momento non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”, afferma una nota dell’Asi. Le regioni potenzialmente interessate, prosegue, potrebbero essere: “Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna”. L’Asi precisa inoltre che “la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano (terre emerse) corrisponde a una probabilità stimabile intorno allo 0,2%” e che “le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare”.

IL SALUTO A SATURNO E MARTE

Nonostante questo sarà l’ultimo passaggio visibile avrà qualcosa di speciale: “la stazione spaziale cinese ‘saluterà’ Saturno e Marte perché passerà apparentemente vicinissima ai due pianeti”. Se la Tiangong1 non dovesse precipitare “potrebbe esserci un’ultimissima occasione per vederla, alle 5,18 del primo aprile, sempre dal Sud, ma il passaggio sarà ancora più difficile da osservare perché la Tiangong 1 sarà molto bassa sull’orizzonte”.

Gli esperti hanno inoltre ribadito che le finestre d’interesse per l’Italia potranno essere confermate e definite nelle 36 ore precedenti il rientro e che allo stato la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale possano cadere sul territorio italiano è di circa lo 0,02%.

“Se la situazione resterà immutata potremo avere delle fluttuazioni di poche ore”, ha detto all’ANSA Luciano Anselmo, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr). Sono almeno 15 le agenzie spaziali di tutto il mondo che in queste ore stanno seguendo il movimento della stazione spaziale Tingong 1, più centri di ricerca specializzati. Ovunque i dati indicano una situazione tranquilla: vale a dire che l’assetto del veicolo non è attualmente turbato né da tempeste geomagnetiche, nè dalle turbolenze dell’atmosfera.

L’assetto della stazione spaziale cinese Tiangong 1 è stato ricostruito al computer grazie a un algoritmo messo a punto in Italia, nell’Università Sapienza di Roma, e basato sulle curve di luce misurate con una rete di telescopi ottici. Il risultato, per niente facile da ottenere perché la presenza dei pannelli impedisce al veicolo di comportarsi come un corpo rigido, si deve al gruppo del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università Sapienza coordinato da Fabrizio Piergentili.

I dati che hanno permesso di ricostruire l’assetto della Tiangong 1 arrivano dai telescopi ottici dislocati soprattutto in Italia centrale. L’obiettivo ultimo è affinare le tecniche di osservazione e calcolo per rendere in futuro le previsioni sempre più precise, riducendo progressivamente il margine di incertezza. “Quello che ci interessa è trovare il modo per capire in futuro dove cadranno oggetti come questo sempre più in anticipo e con una precisione sempre maggiore”, ha detto Piergentili.

Osservare la stazione spaziale cinese aiuta, per esempio, a “capire il modo in cui è orientata sulla base dei cambiamenti nella luce”, ha detto ancora l’esperto. Tutte le misure che i telescopi permettono di rilevare in questi giorni sono fondamentali perché l’orientamento della stazione spaziale Tiangong 1 influisce sulla sua interazione con l’atmosfera, incidendo sulla resistenza e quindi, indirettamente, sulla traiettoria.

Il rientro della Tiangong 1 è anche il baco di prova per i nuovi algoritmi messi a punto dal gruppo della Sapienza e che potranno essere utilizzati in futuro per migliorare l’accuratezza dei dati orbitali. “Siamo stati fra i primi a seguire questi oggetti e continuiamo a farlo alla ricerca di nuove tecniche”, ha detto ancora riferendosi ai numerosissimi detriti spaziali che vagano nell’orbita terrestre.

Il gruppo della Sapienza lavora in contatto costante sia con il tedesco Fraunhofer, dove si trovano adesso anche alcuni studenti italiani e dove si sta seguendo la stazione Tiangong 1 con i radar, sia con il dipartimento di Astronomia dell’università americana del Michigan, sia con la rete di osservatori russa Ison (Internation Scientific Optical Network). “Da almeno dieci anni – ha concluso – stiamo studiando oggi tecnologie, metodi e algoritmi per fare in futuro osservazioni più accurate”.

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