Accoglienza, a Catania un convegno nazionale sul tema

L’appuntamento è fissato per martedì 2 aprile al Museo Diocesano. Ad aprire il convegno due giovani migranti pronti a raccontare la propria esperienza di integrazione a Catania

‘Minori stranieri. Accoglienza e Integrazione: dalle esperienze realizzate, quali prospettive?’ è il titolo del convegno, promosso da Cooperativa Prospettiva ,CNCACNCM e Consorzio Il Nodo, che si terrà per l’intera giornata del 2 aprile a Catania al Museo Diocesano.

Il convegno focalizzerà l’attenzione sul tema dell’accoglienzain Italia degli adolescenti stranieri al compimento dei 18 anni. Con la legislazione in vigore infatti, questi ragazzi – se non inseriti nel sistema ex SPRAR – rischiano di perdere ogni forma di assistenza e aiuto, vanificando tutto il percorso di integrazione che gli enti pubblici e le organizzazioni sociali hanno realizzato insieme a loro.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Catania Salvo Pogliesee del Prefetto etneo Claudio Sammartino, apriranno il convegno due giovani migranti maggiorenni che sono stati ospitati da Cooperativa Prospettiva e Consorzio Il Nodo in due comunità di prima accoglienza e poi trasferiti in una comunità alloggio dove stanno sperimentando un’esperienza reale di integrazione lavorativa e sociale.

All’incontro saranno presenti figure istituzionali del sistema di giustizia minorile e di tutela dell’infanzia, il Presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, l’Assessore Regionale alla Famiglia, rappresentantidel Ministero del Lavoro e delle Politiche Socialie dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza,oltre a esponenti del sistema di accoglienza pubblico e del terzo settore del territorio.

In Sicilia negli ultimi anni l’accoglienza è stata gestita in maniera del tutto emergenziale – afferma Piero Mangano, coordinatore area residenziale di Cooperativa Prospettiva e consigliere nazionale del CNCA -. Adesso è arrivato il momento di far emergere tanto le buone pratiche sperimentate in questi anni quanto le criticità del sistema, perché non possiamo farci trovare impreparati di fronte ad eventuali nuovi sbarchi. Nel corso dell’emergenzasono stati creati centri di prima accoglienza molto grandi, che hanno accolto fino a 60 minori migranti in contemporanea, e strutture di secondo livello dedicate solo a minori stranieri, oggi però serve un’organizzazione diversa perché questo sistema non ha funzionato”.

Molto spesso – continua Mangano – un solo educatore si è trovato a far fronte a ben 60 minori ed è certo che così non si è potuto offrire un buon sistema di accoglienza. Noi crediamo che per una buona accoglienza sia necessario invece, adesso più che mai, accogliere i minori stranieri nelle comunità alloggio per minori, integrandoli con i ragazzi italiani, perché solo il confronto tra culture e realtà diverse può dar vita ad unavera accoglienza integrata, capace di generare grande ricchezza per l’intera società”.