Manovra 2025, arriva la nuova legge anti bamboccioni | Dopo i 30 anni scattano le misure restrittive
Nella manovra finanziaria che sarà approvata dal Parlamento è presente una norma per scoraggiare i giovani adulti a rimanere con i genitori
La Manovra finanziaria approvata dal Governo italiano sta per affrontare l’esame del Parlamento. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha garantito che la Legge di Bilancio sarà approvata in via definitiva entro la fine del 2024. Ci sono però alcune norme al suo interno destinate a suscitare polemiche.
Uno degli argomenti più dibattuti è quello legato ai fondi destinati alla sanità pubblica. Da una parte c’è l’esecutivo che parla apertamente di oltre 4 miliardi di euro che saranno investiti nel Sistema Sanitario Nazionale.
Dall’altra le opposizioni e alcuni operatori del settore che accusano la presidente del Consiglio di sovrastimare la cifra destinata al comparto sanitario. C’è poi un’altra norma che ha fatto storcere la bocca a milioni di cittadini, soprattutto alla categoria dei cosiddetti giovani adulti.
In queste ultime ore è infatti venuto alla luce un provvedimento che molti hanno già definito ‘legge anti-bamboccioni‘, un termine utilizzato per la prima volta nel 2007 dall’allora Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa.
Manovra 2025, la legge è una doccia gelata per molti: polemiche garantite
Questo provvedimento che nei prossimi giorni potrebbe innescare una raffica di polemiche è tanto semplice quanto tranciante: in estrema sintesi non verranno più erogati bonus a favore dei figli che avranno superato i 30 anni di età e che continuano a vivere in famiglia.
Si tratta di una vera e propria rottura con il passato, come già sottolineato dal ‘Sole 24 Ore‘: il noto quotidiano economico ha infatti ricordato la normativa precedente che prevedeva l’erogazione di un bonus fiscale per i figli a carico dai 21 anni in su.
Manovra 2025, la svolta radicale del Governo piace a pochi: nessun ripensamento
Pertanto a partire dal 2025 il bonus verrà erogato ai figli fino al compimento del loro trentesimo anno di età. Secondo i calcoli effettuati dal dicastero dell’Economia questa norma consentirà allo Stato italiano di risparmiare la bellezza di 320 milioni di euro.
Nonostante le polemiche attuali e future l’esecutivo di centrodestra non è intenzionato a fare passi indietro. Anche perché i dati forniti dall’Istat disegnano uno scenario piuttosto allarmante: il 63,3% per cento dei giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni vive ancora in casa dei genitori. Parliamo di un totale di 6,5 milioni di ragazzi, non proprio un’inezia.