L’Agenzia delle Entrate ha già compilato le liste: pignoramento dei beni imminente per un milione e mezzo di contribuenti | Non ti aspettano più
L’Agenzia delle Entrate mette alle strette migliaia di contribuenti: la data di scadenza entro il quale partiranno i pignoramenti.
Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli sui debitori, mettendo in atto nuove strategie per tracciare la situazione fiscale di ciascun contribuente. Così facendo, l’ente può intervenire con tempestività nel caso di mancato pagamento.
Parallelamente, un sospiro di sollievo per alcuni contribuenti: oltre a controlli più fini, dal 2025 entreranno in vigore novità significative riguardanti la rateizzazione delle cartelle esattoriali. Per gli importi fino a 120.000 euro, sarà possibile dilazionare il debito fino a un massimo di 108 rate mensili entro il 2029. Per i debiti maggiori, si potrà arrivare fino a 120 rate, equivalente a 10 anni. Tuttavia, questo avverrà solo in presenza di documentazione che attesti una difficoltà economica significativa.
Questi cambiamenti arrivano in un contesto dove, in alcuni casi specifici, è prevista anche la prescrizione di determinate cartelle, ossia di coloro che non possiedono beni e redditi dopo 5 anni dall’ultimo avviso di pagamento. Tuttavia, in questo spiraglio di luce fiscale, l’ultima novità è meno positiva per i contribuenti. Alcuni di questi saranno chiamati al pagamento immediato, pena avvio del pignoramento. Vediamo insieme chi dovrà pagare entro la data indicata.
Gli italiani nel mirino dell’Agenzia delle Entrate: chi sarà a rischio pignoramento
Con l’avvicinarsi delle scadenze fiscali, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato le verifiche sui contribuenti italiani che hanno debiti in sospeso, con un’attenzione particolare a chi ha aderito alla rottamazione quater. Questa misura, introdotta per agevolare il saldo dei debiti fiscali attraverso il pagamento rateizzato senza sanzioni e interessi aggiuntivi, se da una parte rappresenta un’opportunità, dall’altra si rivela un potenziale rischio.
Infatti, chi non rispetta le scadenze rischia di decadere dal beneficio, con il debito che torna ad includere sanzioni e interessi, oltre alla possibilità di misure coercitive come pignoramenti e blocchi dei conti correnti.
Si tratta di un passaggio delicato, poiché sono migliaia gli italiani coinvolti in questa definizione agevolata, e ogni ritardo potrebbe ripristinare integralmente il debito originale. Tuttavia, la situazione più gravosa sarà riservata per alcuni casi.
Chi non effettua il pagamento entro i termini, l’Agenzia delle Entrate può procedere con l’esecuzione forzata, che include pignoramenti e fermi amministrativi, colpendo anche i redditi da lavoro o pensione. Come fare per evitare tutto questo? Muovendosi per tempo nel contattare l’ente, anche se non si ha la possibilità di pagare. Vediamo come fare.
Come pagare ed entro quando
Per chi vuole evitare il rischio di azioni come pignoramenti o fermi amministrativi, il versamento della sesta rata è essenziale. La scadenza ufficiale è fissata per il 30 novembre, che però slitta al 2 dicembre (essendo il 30 un sabato). Grazie a un margine di tolleranza di cinque giorni, si potrà ancora pagare senza penalità entro il 9 dicembre. Dopo questa data, anche un giorno di ritardo fa decadere l’intera agevolazione.
In caso di difficoltà economiche, è importante contattare subito l’Agenzia per valutare piani di rateizzazione più lunghi, disponibili dal 2025 per dilazionare i debiti maggiori su 120 rate.