Stufe e camini illegali, arrivano a casa le prime raccomandate da 5.000€ | Questo Natale la magia va in fumo
In alcune Regioni italiane torna il divieto di accendere stufe e camini, e con esso fioccano le prime multe salatissime.
Come ogni inverno, le famiglie sono alle prese con l’incubo delle bollette del riscaldamento. I prezzi dell’energia non danno tregua, e la ricerca di tariffe convenienti è ormai una necessità. In questo scenario, molti hanno optato per soluzioni alternative: camini tradizionali, stufe elettriche o impianti installati negli ultimi anni, spesso scelti per contenere i costi.
Ma attenzione: anche questi apparecchi, se non a norma, rischiano di trasformarsi in una spesa ancora più pesante. Con la transizione energetica che spinge verso sistemi sempre meno inquinanti, chi non si adegua potrebbe ritrovarsi con una multa che parte da 500€ e può arrivare fino a 5.000€.
No a stufe e camini inquinanti: la Regione in testa alla classifica dei divieti
Le normative in vigore non lasciano scampo: in alcune Regioni d’Italia, l’uso di stufe e camini con bassa classe emissiva è severamente vietato, e le sanzioni per i trasgressori sono pesantissime. Vediamo nel dettaglio come si applicano queste regole, che mirano a migliorare la qualità dell’aria.
La Lombardia guida il giro di vite. Dal 2020, è vietata l’installazione di generatori di calore a biomassa con una classificazione inferiore a 4 stelle. L’utilizzo di apparecchi con 0, 1 o 2 stelle è totalmente proibito, così come l’impiego di pellet non certificato classe A1 per stufe sotto i 35 kW. Inoltre, dal 2024, nuovi requisiti più stringenti si applicheranno alle installazioni nei comuni sopra e sotto i 300 metri di altitudine.
Sebbene le città lombarde sembrno essere le uniche colpite da questi divieti, è bene sapere che vi sono altre Regioni d’Italia con regolamenti altrettanto rigidi al riguardo.
Stufe e camini, tutti i divieti regionali
Se da una parte la Lombardia si rivela molto rigida per quanto riguarda i generatori di calore, d’altra parte troviamo l’Emilia-Romagna, dove la situazione è decisamente più blanda, ma non per questo trascurabile. I divieti riguardano principalmente gli edifici con sistemi di riscaldamento alternativi, situati sotto i 300 metri di altitudine. Caminetti aperti e stufe di classe 1 o 2 stelle non possono essere utilizzati, mentre tutti gli apparecchi devono essere registrati al CRITER.
Anche il Veneto si allinea con restrizioni simili: generatori con meno di 3 stelle non possono essere utilizzati, e dal 2019 è illegale installare quelli con meno di 4 stelle. Per ovviare al problema, la Regione ha introdotto incentivi per favorire la sostituzione degli apparecchi obsoleti con modelli conformi, come stufe a pellet e cucine a biomassa di ultima generazione.
Ad essere cosa nota è invece il Piemonte, dove il divieto di installare generatori con meno di 3 stelle è in vigore già dal 2018, con l’obbligo di 4 stelle per gli apparecchi acquistati dopo il 2019. In zone come l’agglomerato di Torino, le restrizioni sono particolarmente severe.
Questi sono i divieti attualmente in vigore, ma chiunque abbia il dubbio sulla conformità del proprio camino/stufa dovrebbe verificarne l’idoneità prima dell’accensione.