Dispositivi killer, più di 3.000 colonie di germi scoperte negli oggetti che usi tutti i giorni | Non usare mai più questi covi di batteri
I dispositivi quotidiani che usi senza pensare sono veri e propri rifugi di batteri: ecco cosa devi sapere per proteggerti dai germi invisibili che ti circondano.
Numerosi studi hanno rivelato che molti degli oggetti che utilizziamo quotidianamente sono veri e propri “dispositivi killer” in termini di igiene.
Questi dispositivi sono spesso ricoperti da colonie di batteri, virus e funghi che prosperano indisturbati.
Secondo un recente studio, alcuni di questi oggetti contengono fino a 3.000 colonie di germi per centimetro quadrato, rappresentando un rischio per la salute.
Ci sono, infatti, diverse cause che possono portare alla formazione di oltre 3.000 colonie di batteri per centimetro quadrato. Devi liberartene subito.
La contaminazione batterica dei dispositivi: incredibile
Uno studio condotto dalla compagnia CloudZero ha rivelato un aspetto preoccupante e spesso trascurato della nostra vita quotidiana: i dispositivi tecnologici di uso comune come auricolari, laptop, tastiere e mouse accumulano colonie batteriche in quantità sorprendentemente elevate, superando persino oggetti notoriamente sporchi come sedili di WC e bidoni della spazzatura. Questo fenomeno mette in evidenza la necessità di una maggiore attenzione alla pulizia e all’igiene dei dispositivi che usiamo quotidianamente.
I risultati dello studio hanno indicato che gli auricolari sono i dispositivi più contaminati, con una media di 1.073 colonie batteriche. Questo dato impressionante rivela che gli auricolari possono essere fino a sette volte più sporchi del sedile di un WC. La vicinanza di questi dispositivi alle orecchie e alla pelle, spesso sudata o oleosa, favorisce la proliferazione dei batteri. Anche i laptop si sono dimostrati particolarmente insidiosi, con alti livelli di muffe, un tipo di contaminazione che può causare problemi respiratori e allergie. Non meno allarmanti sono i dati relativi a mouse e tastiere, che presentano una media rispettivamente di 498 e 237 colonie batteriche. I dispositivi meno puliti tra questi hanno registrato picchi di contaminazione ancora più elevati, a conferma di una scarsa attenzione all’igiene.
Il sorprendente caso del telefono cellulare
In contrasto con le aspettative, lo smartphone è risultato il dispositivo meno contaminato, con una media di sole 187 colonie batteriche. Questo potrebbe essere attribuito al fatto che, essendo frequentemente maneggiato, viene anche più spesso pulito, intenzionalmente o meno, attraverso il contatto con tessuti o salviette. Lo studio di CloudZero evidenzia un problema spesso sottovalutato: la scarsa pulizia dei dispositivi tecnologici, nonostante il loro contatto diretto e quotidiano con il corpo umano.
Questa negligenza può portare a rischi per la salute, come infezioni della pelle o problemi respiratori, soprattutto in presenza di muffe. Per questo lo studio di CloudZero funge da promemoria sull’importanza di mantenere puliti i nostri dispositivi tecnologici. Sebbene rappresentino una parte essenziale della vita quotidiana, questi strumenti possono trasformarsi in focolai di batteri se trascurati. Adottare pratiche igieniche regolari non solo aiuta a preservare il funzionamento dei dispositivi, ma protegge anche la nostra salute da rischi evitabili.