Accertamento induttivo puro, il nome fa paura: l’Agenzia delle Entrate inizia i controlli sui conti correnti
L’Agenzia delle Entrate sta controllando i conti correnti con l’accertamento induttivo puro. In molti sono terrorizzati solo dal nome.
Quando si sente parlare dell’Agenzia delle Entrate, istintivamente sale il panico perché si tratta di controlli, gestioni e riscossioni dei tributi di ogni cittadino.
In questi ultimi giorni del 2024, l’Agenzia delle Entrate sta effettuando un tipo di controllo che manda nel panico soltanto con il suo nome.
Si tratta dell’accertamento induttivo puro e questo sta scatenando del caos tra le persone perché non solo in pochi sanno che cos’è nel dettaglio, ma anche il nome mette ansia.
I controlli fiscali sono diventati sempre più precisi ed intransigenti, quindi è normale che sale il panico quando si parla dell’Agenzia delle Entrate e dei suoi controlli.
Agenzia delle Entrate, controlli a tappetto dei conti correnti
Prima che finisca l’anno, l’Agenzia delle Entrate dovrà controllare numerosi conti correnti per verificare che non siano stati eseguiti movimenti economici sospetti. In certi casi, gli operatori si sono visti costretti a mettere in pratica un ulteriore metodologia di verifica, vale a dire l’accertamento induttivo puro.
Questa informazione ha mandato nel panico molte persone, dal momento che non tutti sanno in che cosa consiste questa ulteriore verifica. Invece, per chi sa di che cosa stiamo parlando, l’aumento dell’ansia è giustificato. Gli ultimi giorni di questo 2024 potrebbero risultare poco piacevoli per qualcuno, quindi spera di avere tutto in regola.
Accertamento induttivo puro, l’incubo di tutti
I controlli riguardanti le operazioni bancarie sono diventati molto più scrupolosi in questi ultimi anni rispetto a qualche tempo fa. Questo per evitare frodi di qualsiasi tipo a danni di terzi. La vigilanza fiscale non dorme mai e come frecce a sua disposizione ha sia la Guardia di Finanza che l’Agenzia delle Entrate. I controlli sono focalizzati sui contribuenti e i loro movimenti bancari, ma anche sui conti correnti di terzi come, ad esempio, membri della famiglia o soci riconducibili all’attività economica del diretto interessato. L’accertamento induttivo puro scatta nel momento in cui l’amministrazione fiscale non è in grado di raccogliere prove dirette dei redditi del contribuente.
In questo caso, quindi, si fa riferimento a presunzioni sui movimenti bancari. La responsabilità di dimostrare la legittimità delle operazioni bancarie ricade sul contribuente nel caso in cui non risponda agli inviti dell’Agenzia delle Entrate. Proprio in questi casi, scatta l’accertamento induttivo puro: quando ignori di collaborare con l’Agenzia delle Entrate e di fornire tutti i dati richiesti. Se non collabori e non chiarisci in modo dettagliato i tuoi movimenti bancari, non solo rischi l’accertamento induttivo puro ma anche pesanti sanzioni e oneri fiscali imprevisti.