3 motivi per vedere “M Il figlio del secolo” con Luca Marinelli su Sky
La serie Tv Sky con Marinelli fa discutere per la sua interpretazione e per il taglio voluto dal regista Joe Wright. I motivi per vederla.
La miniserie televisiva diretta da Joe Wright e scritta da Stefano Bises e Davide Serino. Tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, che vede come protagonista Marinelli nel ruolo di Mussolini, ha scatenato un ginepraio.
Molte sono le discussioni riguardo all’interpretazione di Luca Marinelli e all’estetica scelta per narrare le vicende del Fascismo italiano.
Un mix di grottesco ed eccesso di teatralità voluti, che hanno infiammato critici e giornalisti. Fazioni che preferirebbero una più seriosa visione storica contro gruppi che apprezzano il taglio moderno e incisivo con un Mussolini che sfonda la quarta parete per rivolgersi direttamente al pubblico e come è stato allora, cercare di sedurlo.
L’opera è particolare e sicuramente non conforme ai canoni classici del biopic. Per questo motivo potrebbe essere bello vederla e cercare di trovare una chiave di lettura personale sul ventennio più brutto d’Italia.
I motivi per vedere M Il figlio del secolo
Nelle prime quattro puntate, si evince che la serie si ponga come uno sguardo coraggioso su un periodo controverso e sulla sua figura di spicco. La chiave è inusuale, ma parla in maniera romanzesca di un periodo storico complesso ed in questo modo può arrivare a tutti. Il grottesco, arriva subito allo spettatore per mostrare le contraddizioni di un mondo, che diceva tutto e nello stresso tempo il suo contrario.
Mussolini e Re Vittorio Emanuele III ( soprannominato sciaboletta per la sua bassa statura), fanno parte di un mondo preoccupato dall’avvento del comunismo e da un eccesso di democrazia da risultare quasi cialtronesco.
La serie riesce a mettere in luce le contraddizioni del Fascisimo
Un altro motivo per veder la serie è la grande capacità di mostrare il Mussolini uomo. capace di non essere l’emblema di quella perfezione che voleva far credere nella suo programma estremamente populista. Non si può ignorare la sua gelosia nei confronti di D’Annunzio, perché è documentato che il Duce non sopportasse l’eleganza del Vate. Egli non ha mai posseduto quella grazia e quella cultura sofisticata.
Potete vedere il Mussolini aviatore, il Mussolini istrionico ma anche isterico. Artisticamente Wright regala una regia innovativa, per raccontare la storia di un uomo normale che è diventato un mostro politico, populista e totalitarista dopo il suo flop elettorale che lo trasformerà nel Duce.