La situazione israelo-palestinese per ora prosegue seguendo gli accordi della tregua, anche se i rapporti sono fragili.
La tregua tanto auspicata tra il governo israeliano e Hamas cerca di entrare faticosamente nella fase due.
Purtroppo i rapporti tra le fazioni non si basano sulla fiducia reciproca ed è evidente, perché restano comunque tesi e la situazione non è serena.
Ad esempio, dopo lo scambio tra quattro ostaggi israeliani e circa 200 prigionieri palestinesi tra grida di gioia, il fragile meccanismo di pace ha subito avuto un problema.
Infatti, mentre Israele e Hamas completavano l’operazione, una disputa burocratica ha bloccato il previsto ritorno di centinaia di migliaia di palestinesi sfollati nel devastato nord della Striscia di Gaza.
Il pomo della discordia è un giovane donna che si chiama Arbel Yehoud, prigioniera della Jihad islamica da un anno e mezzo. È una civile, quindi doveva già essere stata liberata sulla base dell’accordo.
Invece, senza una apparente ragione chiara, è stata cancellata dalla lista dei prigionieri e non è tornata in Israele. Netanyahu ha lanciato un ultimatum in proposito. Ha dato 48 ore di tempo per far tornare Arbel Yehoud a casa. Fino a quando resterà prigioniera, Israele non consentirà agli sfollati di Gaza di tornare nel nord della Striscia.
Da quanto viene riferito dal canale tv israeliano Ynet: «Israele ha chiesto agli americani di fare pressione sul Qatar affinché promuova una soluzione alla crisi. Anche il capo del Mossad sta intrattenendo un intenso dialogo con il primo ministro del Qatar per trovare una soluzione. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha affermato che “continuiamo a spingere per il rilascio di Arbel Yehud attraverso i canali negoziali”».
Il divieto imposto ai palestinesi di tornare a Nord ha causato disordini. C’è chi ha tentato di forzare il blocco, perché in effetti era stato promesso il rientro a casa. Sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco da parte dei militari israeliani e secondo i media palestinesi c’è stato un morto. Il problema, secondo quanto viene detto da una tv saudita, è che Arbel non è prigioniera di Hamas, ma della Jihad Islamica. La ragazza è considerata una militare, non una civile e il rilascio avverrà con tempistiche differenti. Bisogna aspettare gli sviluppi dato che bisogna ribadire che Israele ha ottenuto la liberazione di quattro soldatesse, quindi bisogna capire perché il rilascio di Arbel è quantomeno borderline.
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