Lo chiamano il “SALAME KILLER”: è il più mangiato dagli italiani ma fa morti su morti | Finisci all’obitorio dopo 2 morsi

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Il salume killer (fonte Facebook) – moralizzatore.it

Si può morire anche dopo aver mangiato un salame. Può accadere se questo contiene delle sostanze molto pericolose per l’uomo. 

Il cibo è la nostra fonte di sostentamento, ma può essere un nostro grande alleato e anche un nostro grande nemico.

Basti pensare alla differenza tra chi si nutre per aumentare massa muscolare, facendo un corretto uso degli alimenti ricchi di proteine. E chi invece mangia senza controllo, facendosi portare dalla gola e mettendo peso.

Non dimentichiamo però che a volte si può cadere anche vittima di vere malattie; i disturbi alimentari non sono così rari come potremmo pensare.

Tra tute queste situazioni se ne pone un’altra: il cibo che uccide perché contaminato. Come accade a un salume che ha fatto anche delle vittime.

Salame killer: l’insaccato che uccide

Come può un salume uccidere? Può, se contaminato da batteri pericolosi. Molti alimenti in realtà possono essere pericolosi per la salute dell’uomo per lo stesso motivo. Basti pensare alla salmonella, che possiamo trovare per esempio nel pollo o nelle uova poco cotti.

Questa è la più nota, ma non l’unica. Anche i batteri di Escherichia Coli sono una delle principali cause di intossicazioni alimentari, e tra i cibi più contaminati ci sono  verdure e frutta crudi, latte non pastorizzato o carne poco cotta. Ecco quindi che anche i salumi diventano un possibile veicolo di malattie se non preparati nel modo giusto.

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Salumi (Foto di Bernd Dittrich su Unsplash) – moralizzatore.it

Cosa è successo

Il caso è accaduto a Perugia, come leggiamo su diverse testate tra cui La Stampa.  Una donna, settantenne e affetta anche da altra patologia, è stata ricoverata nell’ospedale di Città di Castello in preda a dolori addominali e vomito, che sono tra i sintomi più comuni delle intossicazioni alimentari. Per circa un mese i medici hanno cercato di salvare la donna ma non c’è stato nulla da fare. Indagini a casa della stessa hanno rivelato la fonte dell’intossicazione: un salume acquistato in provincia di Perugia ma prodotto in un’azienda con sede in provincia di Arezzo, in Toscana.

L’insaccato è risultato contenere massicce quantità di Listeria monocytogenes, più del consentito dalla legge. Il titolare dell’azienda è stato rinviato a giudizi con l’accusa di omicidio colposo. Anche questo batterio, come quasi tutti gli altri, non sopravvive alla cottura e ai processi di pastorizzazione. Si può trovare in diversi cibi crudi come verdure o prodotti preparati con latte crudo non pastorizzato, oltre che in carni poco cotte. L’infezione da questo batterio può manifestarsi o con i classici sintomi gastroenterici, entro 24 ore, oppure in forma invasiva che può colpire il sistema nervoso, anche dopo un mese dall’ingestione del cibo contaminato. Invitiamo a fare attenzione ai cibi poco cotti.