Rateizzazione, se ne hai saltata una adesso rischi grosso: hai tempo fino ad aprire per rimediare poi ti tolgono anche le mutande
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Basta un singolo mancato pagamento per innescare una spirale di sanzioni, interessi di mora e procedure di recupero crediti che possono culminare in un disastro.
La rateizzazione dei debiti è un meccanismo che, se non gestito con estrema cautela, può portare a conseguenze devastanti, ben oltre il semplice disagio finanziario.
In un contesto economico sempre più precario, dove le spese impreviste e le difficoltà lavorative sono all’ordine del giorno, la possibilità di dilazionare i pagamenti sembra una soluzione provvidenziale.
Ma dietro questa apparente flessibilità si nasconde un sistema rigido e implacabile, pronto a punire severamente chiunque commetta il minimo errore.
Non tutto è perduto perchè hai tempo fino ad aprile per rimediare a eventuali ritardi o inadempienze, altrimenti rischi di perdere tutto, persino i beni di prima necessità.
Il tempo stringe
Il decreto Milleproroghe è entrato in vigore il 25 febbraio, portando con sé una notizia di fondamentale importanza per chi ha aderito alla rottamazione quater: la riapertura dei termini per coloro che sono decaduti dal beneficio a causa di una rata saltata o pagata in ritardo. Questa è un’opportunità cruciale per rimettersi in regola, ma il tempo stringe. La riammissione è riservata ai contribuenti che, al 31 dicembre 2024, stavano usufruendo della rottamazione quater ma sono decaduti per aver saltato una rata, aver pagato in ritardo o aver versato un importo inferiore al dovuto. Se sei tra questi, non perdere tempo. È importante sottolineare che chi è in regola con i versamenti delle rate in scadenza fino al 31 dicembre 2024 deve continuare a seguire il piano di pagamento già in corso. La prossima rata in scadenza è il 28 febbraio, con una tolleranza di cinque giorni, quindi il termine ultimo è il 5 marzo.
Per rientrare nella rottamazione quater, è necessario presentare una domanda entro il 30 aprile 2025. La procedura avviene esclusivamente online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Nella domanda, dovrai indicare i debiti per i quali richiedi la riammissione e la modalità di pagamento scelta: pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025; rateizzazione fino a un massimo di dieci rate consecutive, con scadenze il 31 luglio e il 30 novembre 2025, e il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027. L’Agenzia delle Entrate, entro il 30 giugno 2025, comunicherà l’ammontare complessivo delle somme dovute, l’importo delle singole rate e le relative scadenze. Alle somme dovute si aggiungeranno gli interessi al tasso del 2% annuo, a partire dal 1° novembre 2023.
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Cosa succede se non si rientra nei termini?
Se non si presenta la domanda di riammissione entro il 30 aprile 2025, o se non si rispettano i termini di pagamento previsti, si perderà definitivamente la possibilità di beneficiare della rottamazione quater.
Questo significa che l’Agenzia delle Entrate potrà procedere con il recupero forzoso del debito, che potrebbe includere pignoramenti di beni e stipendi. In altre parole, si rischia di perdere tutto.