INPS svolta tremenda, adesso i lavoratori devono pagarsi da soli i contributi: pensioni sempre più inarrivabili

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Inps – moralizzatore.it

L’INPS ha recentemente annunciato una serie di cambiamenti che stanno generando notevole preoccupazione tra i lavoratori italiani.

Al centro della discussione, una svolta che sembra spostare ulteriormente il peso del sistema pensionistico sulle spalle dei singoli individui.

La prospettiva di dover provvedere autonomamente al versamento dei contributi previdenziali, un tempo garantiti in gran parte dai datori di lavoro, fa preoccupare sul futuro delle pensioni e sulla sostenibilità del sistema.

Questa nuova dinamica, che si inserisce in un contesto economico già segnato da incertezze e precarietà, rischia di rendere le pensioni un traguardo sempre più inarrivabile per le generazioni future.

La paura di non poter contare su un adeguato sostegno economico durante la vecchiaia si fa strada tra i lavoratori, alimentando un senso di insicurezza e sfiducia nei confronti del sistema previdenziale.

Una svolta indesiderata

Una novità che rischia di pesare come un macigno sulle spalle dei lavoratori italiani: dal 12 gennaio 2025, grazie a una nuova normativa, i lavoratori potranno riscattare i contributi pensionistici non versati dal datore di lavoro, anche se ormai prescritti (ovvero, trascorsi più di 10 anni). La svolta, però, ha un lato oscuro perchè se il datore di lavoro non ha provveduto ai versamenti, il lavoratore dovrà pagare di tasca propria per recuperare quegli anni e non perdere parte della pensione. La novità in questione è stata introdotta dall’INPS con la circolare n. 48 del 24 febbraio 2025, che recepisce le modifiche normative apportate dal Collegato Lavoro.

In pratica, lavoratori e superstiti potranno chiedere la costituzione della rendita vitalizia con onere interamente a proprio carico per i contributi omessi dal datore di lavoro e prescritti. In precedenza, il recupero dei contributi prescritti era possibile solo se richiesto dal datore di lavoro o dal lavoratore in sua sostituzione, ma entro un termine di dieci anni. Ora, invece, il lavoratore e i propri superstiti possono agire in autonomia, senza limiti di tempo, facendosi interamente carico del riscatto della rendita vitalizia.

Rendita vitalizia (Fonte web) - moralizzatore.it
Rendita vitalizia (Fonte web) – moralizzatore.it

I rischi per i lavoratori

L’INPS precisa che questa possibilità si applica solo quando il diritto di richiesta della rendita vitalizia da parte del datore di lavoro o del lavoratore in sua sostituzione risulti ormai prescritto. Resta inoltre fermo l’onere della prova: il lavoratore dovrà dimostrare il periodo di lavoro per cui intende riscattare i contributi.

Le domande già presentate prima dell’entrata in vigore della legge e ancora in attesa di definizione verranno trattate secondo le nuove disposizioni, evitando il rischio di rigetti dovuti alla prescrizione. L’INPS sottolinea, infine, che le proprie strutture territoriali valuteranno ogni richiesta verificando la corretta applicazione dei criteri previsti dalla norma.