Busta paga dimezzata a marzo, queste nuove trattenute ti fanno morire di fame: anche fino alla metà

Marzo porta la primavera e buste paghe ridotte, con le trattenute nuove non c’è scampo per nessuno: in arrivo uno stipendio dimezzato.
Marzo si preannuncia un mese nero per milioni di lavoratori italiani: la busta paga subirà un drastico taglio a causa di nuove trattenute che potrebbero arrivare a decurtare lo stipendio anche della metà.
Ma cosa sta succedendo? E quali sono le principali voci di prelievo che peseranno sulle retribuzioni di questo mese? Ci sono diversi fattori.
E sono i lavoratori con redditi medio-bassi che rischiano di subire le conseguenze più pesanti, in particolare coloro che guadagnano stipendi già poco modesti.
Questa fascia di contribuenti potrebbe vedere ridotta la loro busta paga di cifre significative, anche fino al 50% rispetto ai mesi precedenti.
Marzo porta molti danni
Il mese di marzo metterà in difficoltà molti lavoratori italiani, a causa dell’imminente arrivo di buste paga che potrebbero risultare drasticamente ridotte a causa di nuove trattenute. La situazione impone maggiore attenzione alla gestione finanziaria personale, in attesa di eventuali nuove misure governative che possano alleggerire il peso fiscale sui redditi da lavoro dipendente.
Non sono pochi i lavoratori che aspettavano l’arrivo del prossimo mese per iniziare a programmare le vacanze di pasqua, o semplicemente mantenere una certa tranquillità con i conti e le spese quotidiane. A quanto pare, però, c’è un cambio nei piani, messo in atto, purtroppo, da procedure che abbassano nettamente il compenso mensile, arrivando a ridurlo a cifre quasi irrisorie, che per un cittadino comporta difficoltà non indifferenti. Questa è la situazione che si prospetta, per cui si consiglia a tutti di trovare un piano B.

Cosa succede a marzo
A marzo, molti lavoratori dipendenti noteranno una riduzione del loro stipendio netto a causa delle trattenute relative all’addizionale comunale all’IRPEF. Questa diminuzione è dovuta al fatto che, in questo mese, vengono applicate sia le trattenute a saldo per l’anno precedente sia quelle in acconto per l’anno in corso. Le addizionali comunali all’IRPEF sono imposte locali che si aggiungono all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e sono destinate ai comuni. Ogni comune stabilisce annualmente l’aliquota da applicare, entro un limite massimo fissato dalla legge, addizionali che servono a finanziare i servizi locali offerti ai cittadini.
Il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, è responsabile della trattenuta delle addizionali comunali direttamente dalla busta paga del lavoratore. L’addizionale comunale dovuta per l’anno fiscale precedente viene trattenuta in 11 rate mensili, da gennaio a novembre dell’anno successivo, mentre a partire da marzo, viene trattenuto un acconto pari al 30% dell’addizionale comunale calcolata sull’anno precedente, suddiviso in 9 rate mensili da marzo a novembre. Nel mese di marzo, oltre alla trattenuta della rata del saldo relativa all’anno precedente, inizia anche la trattenuta dell’acconto per l’anno in corso, il che comporta una doppia trattenuta che riduce l’importo netto dello stipendio rispetto ai mesi precedenti. L’entità di questa riduzione dipende sia dall’ammontare dello stipendio sia dall’aliquota dell’addizionale comunale applicata dal comune di residenza.