Pensione bloccata, se hai meno di 67 anni non vedi più un euro: controlla oggi la tua situazione

L’accesso alla pensione per chi non ha ancora raggiunto i 67 anni diventa sempre più difficile, quasi impossibile.
Il Governo si trova a dover fare i conti con la sostenibilità del sistema pensionistico, adottando misure che spesso penalizzano le fasce di età più giovani.
L’innalzamento dell’età pensionabile, l’introduzione di nuovi requisiti contributivi e la revisione dei coefficienti di trasformazione sono solo alcune delle sfide.
Il percorso verso la pensione sembra essere sempre più complicato e chi ha meno di 67 anni si vede allontanare sempre di più l’obiettivo.
Molti lavoratori, soprattutto quelli con carriere discontinue o con periodi di disoccupazione, si trovano a dover posticipare il pensionamento di anni, se non addirittura a rinunciarvi del tutto.
La pensione diventa un miraggio
La revoca della Legge 104, norma che garantisce tutele e agevolazioni a persone con disabilità e ai loro familiari, può rappresentare un evento destabilizzante, soprattutto quando comporta la perdita di benefici economici fondamentali. È importante sapere che tale revoca può avvenire per diverse ragioni, tra cui il mancato superamento di una visita di revisione, l’assenza ingiustificata a un accertamento medico o l’utilizzo improprio dei permessi concessi dalla normativa. In ogni caso, è essenziale conoscere le procedure da seguire per cercare di ripristinare il beneficio o valutare eventuali alternative.
L’accesso alle tutele previste dalla Legge 104 non è automatico, ma è soggetto a una procedura specifica. I soggetti interessati devono presentare domanda all’INPS, che valuta la richiesta sulla base di una certificazione medica rilasciata dal medico curante. Successivamente, il richiedente deve sottoporsi a una visita di controllo da parte della Commissione medico-legale, che redige un verbale. In caso di esito positivo, vengono riconosciuti lo stato di disabilità e i benefici correlati. Tuttavia, anche dopo l’approvazione, questi diritti non sono definitivi e possono essere revocati se il soggetto non si presenta a una visita di revisione o se il riesame medico stabilisce il venir meno delle condizioni che avevano portato alla concessione del beneficio.

Cosa fare in caso di revoca
Di fronte a una revoca, la prima cosa da fare è contattare l’INPS per ottenere chiarimenti, utilizzando il servizio online “INPS risponde” o il Contact Center dell’Istituto. Se le spiegazioni ricevute non sono soddisfacenti, è possibile ricorrere per vie legali, impugnando la decisione entro sei mesi dalla notifica. Una volta superato questo termine, l’unica alternativa sarà presentare una nuova richiesta di riconoscimento.
Dal 1° gennaio 2012, chi intende presentare ricorso ai fini del riconoscimento dei diritti previsti dalla Legge 104 deve obbligatoriamente avviare un accertamento tecnico preventivo, come previsto dall’art. 38 della L. 98/2011, che ha inserito nel codice di procedura civile il nuovo art. 445 bis del c.p.c. Questo accertamento consiste in una verifica preliminare delle condizioni sanitarie che giustificano la richiesta del beneficio. Senza aver completato tale fase, il giudice non può procedere con l’esame del caso.