Sanità, da aprile paghi 85€ ogni ticket anche con l’esenzione: dopo i 45 anni non puoi accedere alle cure gratuite | Per te è solo privata

Addio cure gratuite, da aprile dovrai pagare per ogni ticket senza possibilità di esenzione e anche dopo i 45 anni, non hai scampo.
A partire da aprile, importanti novità interesseranno il sistema sanitario nazionale. Anche coloro che beneficiano di esenzioni dovranno pagare un ticket fisso di 85 euro per ogni prestazione medica richiesta.
Anche dopo i 45 anni, l’accesso alle cure gratuite verrà drasticamente ridotto, lasciando la sola opzione della sanità privata.
Una modifica che comporta un cambiamento significativo, che potrebbe avere un forte impatto sulla popolazione, che può a stento permettersi le cure.
Tutto ciò provoca numerose preoccupazioni, soprattutto per chi non ha la possibilità economica di rivolgersi al settore privato. Si tratta di una misura che penalizza i più deboli.
Conseguenze per i cittadini
Attualmente, molte persone si affidano al sistema sanitario pubblico per ricevere cure essenziali, specialmente coloro che rientrano nelle categorie di esenzione per reddito, patologie croniche o disabilità. Ma, con questo ticket obbligatorio, anche chi aveva diritto a prestazioni gratuite dovrà sostenere una spesa fissa. L’inasprimento delle regole, lamentano i rappresentanti delle associazioni di tutela dei pazienti.
Inoltre, rischia di lasciare senza assistenza una fetta importante della popolazione, proprio in una fase della vita in cui le esigenze sanitarie tendono ad aumentare. Questo andamento potrebbe causare un aumento delle disuguaglianze sociali e un sovraccarico del settore privato, rendendo l’accesso alla sanità sempre più complicato per una larga parte della popolazione.

85 euro per il ticket: non puoi sottrarti
La Commissione Bilancio ha bocciato un emendamento che prevedeva lo stanziamento di 6 milioni di euro all’anno per la prevenzione del tumore al seno. La proposta, avanzata dalla maggioranza e approvata in Commissione Affari Sociali, mirava a finanziare campagne di screening rivolte a donne tra i 45-50 e i 70-74 anni. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha però espresso parere negativo, ritenendo il provvedimento privo di adeguata copertura finanziaria. L’emendamento puntava a rafforzare la prevenzione oncologica, ampliando la fascia d’età delle donne che possono accedere gratuitamente ai controlli periodici per il tumore al seno. Attualmente, infatti, il Servizio Sanitario Nazionale garantisce lo screening mammografico gratuito solo alle donne tra i 50 e i 69 anni. Nonostante il via libera della Commissione Affari Sociali, la Commissione Bilancio ha bloccato la misura per mancanza di risorse sufficienti, così fino ai 50 anni le donne devono pagare il ticket.
Secondo le opposizioni, il rifiuto dimostra una scarsa attenzione alla salute pubblica e una visione miope delle politiche sanitarie, considerando che la prevenzione oncologica permette di ridurre i costi dei trattamenti e salvare vite umane. Anche all’interno della maggioranza la bocciatura ha creato malumori. Alcuni parlamentari hanno sottolineato che l’emendamento era stato approvato con il sostegno di diverse forze politiche e che l’impegno per la prevenzione oncologica resta una priorità. Il caso si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla spesa pubblica. Negli ultimi anni, le risorse destinate alla sanità sono state al centro di polemiche, con richieste di maggiori investimenti per il personale sanitario, le infrastrutture ospedaliere e la prevenzione. Molti esperti sottolineano come la prevenzione sia uno degli strumenti più efficaci per ridurre la mortalità legata ai tumori e abbattere i costi delle cure. Investire nella diagnosi precoce permette infatti di intervenire in tempo, evitando trattamenti più costosi e invasivi.