Cancellati da tutti i social, col ‘Decreto Vita Privata’ ti possono licenziare dall’oggi al domani: è vietato avere questi profili online

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Cancellati dai social (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) – moralizzatore.it

Meglio fare attenzione a ciò che posti sui social, da adesso con il Decreto vita privata possono anche licenziarti in tronco. 

Non vi è alcun dubbio ormai che i social media abbiano invaso ogni angolo della nostra esistenza, diventando parte integrante delle nostre giornate.

Le varie piattaforme digitali come Facebook, Instagram, Twitter e TikTok non sono più solo strumenti di comunicazione o passatempo, ma veri e propri spazi in cui le persone condividono ogni aspetto della loro vita. A volte anche troppo.

Dall’ennesima foto della colazione, alla condivisione di momenti intimi con amici e familiari, i social sono diventati un luogo dove è facile esporre ogni dettaglio della propria quotidianità. Sembra ormai che molti non riescano più a fare a meno di condividere istantaneamente ogni momento significativo (o anche insignificante) della propria vita, senza riflettere sulle implicazioni che ciò può comportare, soprattutto per la propria privacy.

E oggi siamo al paradosso: vietato postare se non vuoi perdere il posto di lavoro. Una novità che interessa migliaia di lavoratori.

Cancellati da tutti i social se non vuoi perdere il lavoro

Oggi oramai  la linea tra ciò che è pubblico e ciò che è privato si è fatta sempre più sottile. Le persone condividono foto, video e pensieri personali  spesso senza considerare che queste informazioni potrebbero finire nelle mani sbagliate o essere usate contro di loro. Un esempio di come questo comportamento possa avere conseguenze gravi è rappresentato da alcune situazioni in cui i dipendenti sono stati licenziati a causa delle immagini o dei contenuti che hanno postato online.

Foto o contenuti giudicati inappropriati dai loro datori di lavoro, magari troppo intimi o discutibili, che  potrebbero danneggiare l’immagine di un’azienda e compromettere la reputazione di chi ne fa parte. Ma in che senso? Vediamo nello specifico.

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Selfie (foto di cottonbro studio da pexels) – moralizzatore.it

Il caso che ha fatto scalpore

Un caso emblematico di questa problematica è quello recente di una maestra di Treviso che è stata sospesa dall’insegnamento dopo che la sua scuola ha scoperto il suo profilo OnlyFans. E dato che in passato ci sono stati casi simili, la Federazione delle scuole materne paritarie (Fism) sta studiando eventualmente l’introduzione di un nuovo codice etico. Non esiste infatti una legge specifica a riguardo, ma solo quelle che prevedono doveri di diligenza e fedeltà verso il datore di lavoro al di fuori dell’orario lavorativo.

Quindi l’apertura di un profilo su OnlyFans potrebbe rappresentare una violazione del rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente. Ma la decisione spetta, appunto,  al datore di lavoro, che può decidere se tutelare l’immagine dell’azienda a scapito della privacy e dei diritti individuali del lavoratore. Almeno fino a che non ci sarà una legge a riguardo.