Autovelox non omologati, Salvini fa marcia indietro: paghi 300€ per sempre per ogni multa presa

matteo-salvini-autovelox (fonte web) - moralizzatore.it
matteo-salvini-autovelox (fonte web) – moralizzatore.it

La questione degli autovelox non omologati ha portato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a un’inaspettata retromarcia.

Inizialmente, un decreto ministeriale mirava a sanare la situazione, riconoscendo come “omologati d’ufficio” tutti i dispositivi approvati dal 13 agosto 2017 in poi.

Tuttavia, la realtà si è rivelata più complessa: solo 12 modelli di autovelox su oltre 100 in uso sul territorio nazionale rientravano in questa categoria.

La decisione ha sollevato un’ondata di polemiche e preoccupazioni, con il rischio concreto di un’impennata di ricorsi e l’annullamento di un numero significativo di multe.

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Ricorsi a non finire

La sentenza n. 10505 del 2024 della Corte di Cassazione aveva già chiarito la netta distinzione tra approvazione e omologazione, sottolineando l’importanza cruciale di quest’ultima per la validità legale delle sanzioni. Il decreto ministeriale, nel tentativo di risolvere la questione, ha paradossalmente innescato un effetto contrario, aprendo la strada a una valanga di ricorsi che avrebbero potuto mettere a dura prova le casse comunali. Di fronte a tale scenario, il Ministro Salvini ha optato per la “sospensione” del decreto, annunciando la necessità di “ulteriori approfondimenti”.

La repentina inversione di rotta del Ministro ha lasciato molti interrogativi senza risposta. Quali saranno le conseguenze per gli automobilisti che hanno ricevuto multe da autovelox non omologati? Come si comporteranno i Comuni di fronte al rischio di un’ondata di ricorsi che potrebbe dissanguare le loro finanze? E, soprattutto, quali saranno le prossime mosse del Ministero per districarsi da questa intricata matassa?

Multa eccesso di velocità illegittima, non valida
Sanzione per eccesso di velocità e ricorso – moralizzatore.it

Cosa dice Federcarrozzieri

Nel frattempo, un’altra criticità è emersa in relazione al decreto sull’alcolock. Federcarrozzieri ha evidenziato come circa il 22% delle auto in circolazione, con un’età superiore ai 19 anni, non sia tecnicamente compatibile con l’installazione del dispositivo. Inoltre, l’associazione ha denunciato la formulazione dell’articolo 5 del decreto, che rischia di limitare la concorrenza e di far lievitare i costi a carico degli automobilisti, creando un potenziale monopolio a favore di pochi installatori autorizzati.

“Questo significa – spiega l’Associazione Federcarrozzieri – che non tutte le autocarrozzerie, seppur in possesso dei requisiti di legge, potranno montare gli alcolock sulle vetture, ma solo quelle indicate dal produttore dell’apparecchio: un limite che da un lato viola le norme sulla concorrenza e dall’altro, riducendo il numero di operatori abilitati, determinerà una alterazione del mercato con conseguente aumento dei costi a carico degli automobilisti”.