Se tuo figlio ha un cellulare, ti serve un avvocato: approvata la multa da 15.000€ | Non basta più dire “Non lo sapevo”

Pensaci bene prima di dare il cellulare a tuo figlio: rischi multe altissime. La legge è inflessibile in merito

Da quando i telefoni cellulari sono entrati nelle nostre vite, il mondo è cambiato radicalmente. Non si tratta solo di un’evoluzione tecnologica, ma di un vero e proprio cambiamento culturale e sociale.

In pochi decenni siamo passati da telefonate fatte con apparecchi fissi, spesso condivisi con tutta la famiglia, a un dispositivo personale che ci accompagna ovunque, sempre connessi, sempre raggiungibili. Il cellulare è diventato uno strumento indispensabile: ci permette di comunicare in tempo reale, lavorare a distanza, scattare fotografie, fare acquisti, ricevere informazioni, navigare, orientarci e tanto altro.

La nostra vita quotidiana ne è completamente permeata. Questa trasformazione ha portato enormi vantaggi. La comunicazione è più rapida, la distanza tra le persone si è accorciata, e le opportunità lavorative e personali si sono moltiplicate.

I social network, le app di messaggistica, i servizi in cloud, i sistemi di pagamento digitali: tutto è a portata di clic. Chi lavora in mobilità o gestisce progetti da remoto trova nello smartphone un alleato potentissimo. Anche nei rapporti familiari, le chat di gruppo hanno modificato le dinamiche, mantenendo i contatti più frequenti e costanti.

Gioie e dolori dei telefonini

Ma non si può ignorare il rovescio della medaglia. Se da un lato il cellulare ha semplificato molte cose, dall’altro ha creato nuove forme di dipendenza e alienazione. L’uso eccessivo dei dispositivi, soprattutto tra i più giovani, può portare a isolamento, distrazione costante, perdita della concentrazione e problemi relazionali.

Il tempo passato davanti allo schermo, la continua esposizione ai social media e il confronto con immagini spesso irrealistiche possono influire negativamente sull’autostima e sul benessere psicologico.

Inoltre, i contenuti accessibili sul web non sono sempre filtrati, e i rischi legati a bullismo digitale, adescamenti, truffe o diffusione di materiale sensibile sono purtroppo all’ordine del giorno. Ed è proprio in questo contesto che la giurisprudenza comincia a muoversi.

La legge non ammette ignoranza dei genitori
I minorenni accusati pagano per il bullismo – pexel – moralizzatore.it

La multa che stronca i genitori

Secondo una recente notizia, è stata emessa una sentenza che ha fatto molto discutere. Una famiglia è stata condannata a risarcire i danni provocati dal comportamento online della propria figlia minorenne. Il tribunale ha stabilito che i genitori hanno il dovere di vigilare sull’uso dei social da parte dei figli, anche nel rispetto del codice civile che li investe della responsabilità genitoriale. Nel caso specifico, la ragazza aveva pubblicato contenuti offensivi e pornografici a danno di una compagna di classe, macchiandosi di un grave atto di cyberbullismo.

La situazione ha portato a una causa legale, culminata con la condanna dei genitori a pagare un risarcimento economico di 15 mila euro, in quanto ritenuti responsabili della mancata supervisione. La sentenza sancisce un principio importante: non basta affidarsi alla giovane età per giustificare certe condotte online e non basta per i genitori dire di non esserne a conoscenza. È compito degli adulti controllare e guidare l’uso che i minori fanno dei dispositivi e dei social.