UFFICIALE – Inviate lettere INPS, ti chiedono indietro 16.785€ di pensione: se non rispondi in 30 giorni li perdi per sempre

UFFICIALE - Inviate lettere INPS, ti chiedono indietro 16.785€ di pensione: se non rispondi in 30 giorni li perdi per sempre
Anziano preoccupato riceve lettera dell’Inps (freepik) – moralizzatore.it

Le lettere dell’INPS stanno arrivando e ti chiedono 16.785€ di pensione, devi controllare e rispondere prima che sia troppo tardi.

È caos tra i pensionati italiani dopo l’invio massivo, da parte dell’INPS, di lettere ufficiali con richiesta di restituzione di somme percepite negli anni passati.

Secondo quanto confermato da fonti interne all’Istituto arrivano comunicazioni in cui si chiede la restituzione di 16.785 euro.

Il termine è tassativo: soli 30 giorni per rispondere. In assenza di riscontro entro 30 giorni dalla data di ricezione della presente, si procede al recupero dell’importo indicato.

In parole semplici: se non si risponde per tempo, si rischia di perdere qualsiasi possibilità di ricorso e di vedersi trattenere parte della pensione mensile.

Perdi tutto: rispondi entro 30 giorni

Gli esperti raccomandano di non ignorare la comunicazione e agire subito, anche se l’indignazione è già nell’aria. Non si mette in dubbio la legittimità dei controlli, ma si chiede all’INPS maggiore trasparenza e tempi più ampi per i pensionati, spesso disorientati da queste richieste improvvise.

Le lettere stanno arrivando, bisogna controllare regolarmente la propria area personale sul sito dell’INPS dal momento che potrebbe fare la differenza tra una difesa tempestiva e una perdita definitiva. Sembra una situazione assurda ma è quello che accade, soprattutto quando i problemi burocratici ormai sono all’ordine del giorno.

UFFICIALE - Inviate lettere INPS, ti chiedono indietro 16.785€ di pensione: se non rispondi in 30 giorni li perdi per sempre
Anziano preoccupato (freepik) – moralizzatore.it

INPS chiede la restituzione di oltre 16.000 euro

Un pensionato si è visto richiedere dall’INPS la restituzione di 16.785,95 euro per somme percepite a titolo di pensione di invalidità civile, ritenute non dovute in seguito alla revoca del beneficio. Secondo l’Istituto, non sussistevano più le condizioni per il godimento del trattamento previdenziale, il che ha portato alla revoca del beneficio e alla conseguente richiesta di recupero delle somme erogate. Il pensionato ha contestato la richiesta, sostenendo di aver ricevuto gli importi in buona fede. Il caso è finito davanti al Tribunale di Latina, che ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo che l’obbligo di restituzione riguarda solo le somme incassate dopo la comunicazione ufficiale della revoca, e non quelle precedenti.

La sentenza si basa sul principio secondo cui, in assenza di dolo o colpa grave, il beneficiario non è tenuto a restituire quanto ricevuto prima del provvedimento di revoca. Questo verdetto rappresenta un precedente favorevole per altri pensionati che si trovino in situazioni analoghe, rafforzando la tutela dell’affidamento legittimo del cittadino nei confronti della Pubblica Amministrazione. Non è però escluso che l’INPS possa impugnare la sentenza, ma al momento il verdetto costituisce un rilevante punto di riferimento giurisprudenziale per chi intenda opporsi a richieste di recupero di somme percepite in buona fede.