“Sono inciampato”, ma era un ictus: presta attenzione a come succede | In questo caso devi chiamare il 118 all’istante
Un inciampo può sembrare banale, ma potrebbe nascondere qualcosa di molto serio. Se accade senza motivo, non sottovalutarlo.
È facile confondere un segnale grave con un gesto quotidiano. “Sono inciampato”, nessun tappeto, nessun ostacolo.
Può capitare che non si tratti affatto di un inciampo, può essere invece, l’inizio di un ictus. Bisogna guardare come succede.
Ogni anno in Italia si registrano tantissimi nuovi casi di ictus, e molti avvengono così: in silenzio, con sintomi così comuni da essere facilmente ignorati.
Ma c’è un dettaglio: come avviene. In caso di ictus, ogni minuto conta. Intervenire subito può significare la differenza tra la vita e la morte.
Quando l’inciampo non è un caso
In molti casi, l’ictus non si presenta con il classico mal di testa o la perdita di coscienza. I sintomi più subdoli sono proprio quelli che tendiamo a minimizzare, una perdita improvvisa dell’equilibrio o della coordinazione. Nessun segnale particolare, solo quella gamba che all’improvviso non risponde come deve.
C’è un modo semplice per ricordare i sintomi dell’ictus, ma non bisogna aspettare che i sintomi peggiorino o che “passino da soli”. Il cervello, in quei momenti, sta soffrendo e un trattamento tempestivo può salvarlo. Presta attenzione, ascolta il tuo corpo e chiama il 118 senza esitazione. Potrebbe essere la chiamata più importante della tua vita o di quella di chi ti sta accanto.
Ictus: come riconoscerlo
L’ictus è un’emergenza neurologica grave che si verifica quando il flusso di sangue al cervello viene improvvisamente interrotto, causando la morte delle cellule cerebrali nelle aree colpite. Può colpire all’improvviso anche persone senza sintomi pregressi, e si distingue in due forme principali: l’ictus ischemico, che rappresenta circa l’80% dei casi ed è provocato dall’ostruzione di un’arteria cerebrale da parte di un trombo o embolo, e l’ictus emorragico, più raro ma spesso più grave, causato dalla rottura di un vaso sanguigno. I fattori di rischio sono simili a quelli delle malattie cardiovascolari: ipertensione, fumo, abuso di alcol o droghe, diabete, colesterolo alto, sedentarietà, obesità, disturbi del sonno e fibrillazione atriale. Elementi che possono contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche, che, se si rompono, possono causare un’ischemia cerebrale.
Riconoscere tempestivamente i sintomi dell’ictus è molto importante per aumentare le possibilità di sopravvivenza e recupero: difficoltà nel parlare, paralisi di un lato del corpo, disturbi visivi e perdita di equilibrio sono segnali da non sottovalutare. Il protocollo FAST (Face, Arms, Speech, Time) aiuta a identificare rapidamente un sospetto ictus e ad agire chiamando immediatamente i soccorsi. La diagnosi rapida, con esami come TC, risonanza magnetica e Doppler, consente di stabilire il tipo di ictus e intervenire entro le prime 4,5 ore con trattamenti specifici come la trombolisi o la rimozione del trombo. In Italia si registrano circa 185.000 nuovi casi all’anno: è la terza causa di morte e la prima di disabilità permanente. Le strutture sanitarie specializzate, come quelle dell’Auxologico, offrono percorsi completi che vanno dalla diagnosi alla riabilitazione, ma non tutti i centri dispongono di Stroke Unit, motivo per cui la prevenzione e l’intervento precoce restano le armi più efficaci.