“Che bambola!”, in questa città lo senti dire molto spesso, ma non è catcalling | L’assurda realtà che in pochi conoscono

Che bambola
Catcalling (pixabay) – Moralizzatore.it

In questa località potresti sentir dire praticamente da chiunque esclamazioni come “che bambola” o simili, ma non è un’offesa sessista.

Il fenomeno del cosiddetto catcalling è sempre stato presente nelle città, ma da qualche anno è stato identificato come sessista e poco apprezzato.

Si tratta di momenti in cui una ragazza o una donna passeggiano per strada e gli uomini attirano la loro attenzione con apprezzamenti non richiesti (spesso anche volgari) e accompagnati anche da fischi.

Puoi sentire frasi come: “Che bambola!” o “Che bella ragazza/donna!” per poi sfociare anche in commenti volgari a dir poco decenti.

Tuttavia, in una precisa città sentire un commento come “Che bambola!” o frasi simili non è per nulla un’offesa o un tentativo di approccio.

Una realtà inimmaginabile

Attirare l’attenzione del genere femminile per strada è un atteggiamento a dir poco sessisti e praticamente tutte le dirette interessate lo interpretano come un’offesa. Decenni fa questi episodi erano molto più frequenti, adesso invece si sono leggermente affievoliti con la sensibilizzazione alla parità dei sessi.

Nonostante questo, però, c’è ancora una città dove commenti del genere sono all’ordine del giorno additando gli abitanti con appellativi riguardanti le bambole. Potrebbe sembrare strano che nessuna faccia nulla in merito, ma il motivo risiede nella cultura e nelle tradizioni di questa città. A nessuno infastidisce questo comportamento, anzi: è visto come un gesto onorevole.

Località singolare
Nagoro (facebook.com qualchenonsapevi) – Moralizzatore.it

La città dove sentire dire spesso “Che bambola!”

Questo fenomeno del catcalling si è allargato a macchia d’olio in questa città, ma non ha nulla a che vedere con i commenti sessisti che alcuni uomini fanno riferendosi alle donne che camminano per strada. La località in questione si trova in estremo oriente, più precisamente in Giappone. Stiamo parlando di Nagoro, un villaggio sull’isola di Shikoku, che sta attraversando un duro momento. Infatti qui la popolazione è sempre meno a causa di uno spopolamento che sta letteralmente svuotando l’intero paese.

Ci sono solo circa trenta abitanti in carne ed ossa ma puoi trovare più di 350 bambole a grandezza naturale sparse per tutto il villaggio. Queste bambole vengono realizzate da Tsukimi Ayano, natia di Nagoro, che non potendo sopportare il suo spopolamento ha deciso di sostituire le persone con delle bambole. Proprio per via di questo fenomeno, il paese è stato soprannominato “Kakashi no Sato”, ovvero “Il Villaggio degli Spaventapasseri”. Per questo motivo non è strano sentire frasi come: “Che bambola!”, dato che ci sono più bambole che essere umani.