Case a 1€, lo stato offre anche bonus aggiuntivo ristrutturazione | Uffici del Comune presi d’assalto
Oltre a offrire case a 1€, il Comune si impegna a pagare le spese di ristrutturazione: l’iniziativa che sta prendendo campo in tutto il mondo.
Nell’era del consumismo, sempre più persone scelgono di andare controcorrente, orientandosi verso case già vissute ma abbandonate. Questa tendenza si manifesta soprattutto nelle grandi città, affiancata dalla crescente necessità di contenere i costi immobiliari. Per contrastare la desertificazione e riempire questi spazi vuoti, i Comuni italiani stanno attivando iniziative innovative, ispirandosi a modelli di successo provenienti da altri paesi.
In Italia, una delle iniziative più note è quella delle ‘Case a 1€’, dove i comuni cedono immobili in stato di abbandono a un prezzo simbolico. Tuttavia, sebbene l’iniziativa sembri allettante, gli acquirenti affrontano significative difficoltà nel sostenere le spese iniziali di ristrutturazione.
Il Superbonus, ad esempio, prevede che il pagamento delle spese avvenga prima del rimborso del 50%, il quale si verifica solo durante la dichiarazione dei redditi e viene distribuito su più anni. Questo può rappresentare un ostacolo, soprattutto per chi non dispone della liquidità necessaria all’inizio del progetto. Chi sceglie queste iniziative, infatti, spesso lo fa per risparmiare, ma si trova di fronte a costi più ingenti per la ristrutturazione.
Casa a 1€ e bonus ristrutturazione: dove il Comune paga le spese di riqualificazione
A livello internazionale, il Giappone ha mostrato un approccio innovativo per affrontare la sfida del ripopolamento delle aree rurali grazie alla valorizzazione delle ‘akiya’—abitazioni vuote e dimenticate. Un esempio significativo è fornito dal comune di Nagano, che ha creato un sito per elencare le case abbandonate e il tipo di finanziamento previsto dal governo per il loro restauro. Le case possono avere un prezzo iniziale di 600 franchi e, approfittando degli incentivi finanziari, possono trasformarsi in “una bella casa di otto stanze, un bagno e un balcone con vista panoramica”, come riportato da Vice. E in Italia?
Le iniziative italiane
Prendendo spunto da queste situazioni, le iniziative italiane si affiancano a progetti simili in altri Paesi, come in Spagna e Grecia, dove i comuni offrono incentivi fiscali e agevolazioni per attrarre famiglie, giovani professionisti e nomadi digitali. Anche in Calabria e Molise, alcune comunità hanno implementato progetti per attrarre nuovi residenti, non solo con case a basso costo, ma anche con agevolazioni fiscali e sostegno economico. Vediamo nel dettaglio.
In Calabria, per esempio, è stato lanciato un bando di 5 milioni di euro per attrarre pensionati e lavoratori a trasferirsi in comuni con meno di 3.000 abitanti. I benefici includono un sostegno di 20.000 euro per l’avvio di nuove attività e un contributo annuale di 5.000 euro per coloro che scelgono di risiedere in queste aree. Anche in Molise si stanno attuando programmi per il recupero e la valorizzazione dei borghi storici, con incentivi per chi decide di stabilirsi e contribuire alla comunità. Incentivi, questi, che seppur limitati aprono le porte ad uno speraglio di luce anche nel nostro Paese.