Manovra 2025, stilettata a sorpresa del governo: via 1.000€ tondi dalle tasche dei lavoratori | Ecco il pasticcio che hanno combinato
La manovra finanziari 2025 appena approvata dal Governo contiene una sgradita sorpresa per milioni di lavoratori. Un’autentica beffa
Non è mai esistita nella storia dell’Italia dal secondo dopoguerra in poi che una manovra finanziaria approvata da un Governo di qualsiasi colore politico abbia messo d’accordo l’intero Paese. E anche quest’ultima varata dall’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni è una conferma in tal senso.
La legge di Bilancio che ha appena iniziato il suo percorso in Parlamento, dove sarà approvata in via definitiva entro la fine del 2024, contiene alcuni provvedimenti, oggettivamente condivisibili, destinati al sostegno dei cittadini economicamente più disagiati.
I vari bonus destinati alle famiglie con figli a carico nascono proprio con l’idea di alleviare il peso dei tanti problemi che ogni giorno quest’ultime sono costrette ad affrontare. Ma nelle pieghe della manovra 2025 si può trovare qualche sorpresa tutt’altro che gradita.
A pagare il prezzo più alto di alcuni provvedimenti sono, come troppo spesso capita, i lavoratori in possesso dei redditi più bassi. E la legge di bilancio appena approdata in Parlamento conterrebbe una vera e propria beffa per tutti coloro che guadagnano tra i 15.500 e i 16.600 euro lordi all’anno, che a partire da gennaio potrebbe perdere la bellezza di 100 euro al mese.
Manovra 2025, una mazzata senza precedenti: i lavoratosi sono sul piede di guerra
La pietra dello scandalo è rappresentata da una nuova e discussa versione del taglio al cuneo fiscale, che l’esecutivo di centrodestra ha dovuto correggere alla luce del fatto che nel 2024 il taglio ha prodotto minori entrate per l’Inps.
Questo provvedimento ha scatenato l’immediata reazione dei sindacati che ovviamente non possono accettare passivamente e senza reagire uno scenario così penalizzante per milioni di lavoratori di piccole e medie imprese.
Manovra 2025, la reazione veemente dei sindacati: le dichiarazioni non lasciano dubbi
A scendere sul piede di guerra è soprattutto la CGIL che si è esposta attraverso le dichiarazioni del segretario confederale Christian Ferrari: “Con il passaggio dalla decontribuzione alla fiscalizzazione dei benefici – ha spiegato – la stragrande maggioranza dei lavoratori perderà molto: fino a 200 euro annui sotto i 35.000, e oltre 1.000 euro in alcune fasce”.
“L’aliquota Inps tornerà per tutti a 9,19% quindi tutti pagheranno più contributi. Questo, inoltre, abbasserà il reddito imponibile ai fini Irpef: nella fascia tra i 15.500 e i 16.600 euro lordi lo farà ritornare nello scaglione inferiore ai 15 mila euro“. Il Governo Meloni però sembra intenzionato a blindare il testo della legge di Bilancio senza apportare ulteriori modifiche.