Canone d’affitto, hai il diritto alla restituzione di tutte le mensilità già pagate | Quest’anno vai in Polinesia per Natale
Esistono diverse casistiche, alcune molto comuni, in cui l’inquilino ha diritto alla restituzione del canone di affitto.
Nel momento in cui viene stipulato un contratto di locazione, inquilino e proprietario di casa, tecnicamente chiamati affittuario e conduttore, hanno precisi doveri. Quest’ultimo da in concessione l’immobile per una tempistica stabilita da contratto, mentre il conduttore è tenuto a pagare la quota mensile nei tempi stabiliti.
Questo è il concetto di base, fermo restando che si hanno regole stabilite anche per ciò che concerne eventuali ritardi o cessione del contratto. Tutti diritti che servono come tutela per entrambe le parti, qualora il buon senso venisse a meno.
Quello che in pochi sanno è che qualora l’affittuario si muovesse in maniera scorretta, il conduttore ha tutto il diritto di richiedere indietro le somme pagate, talvolta anche nella loro totalità.
Quando l’affittuario deve risarcire l’inquilino
Il diritto alla restituzione delle mensilità già pagate può sembrare un tema complesso, ma in realtà ci sono situazioni ben precise in cui l’inquilino può legittimamente chiedere indietro l’importo versato. Il primo caso riguarda le violazioni del contratto da parte del proprietario: se l’immobile presenta vizi gravi, come infiltrazioni d’acqua o danni strutturali, che ne impediscono l’uso come concordato, l’inquilino può chiedere il rimborso delle somme pagate.
Questo è possibile soprattutto se i problemi erano preesistenti e non comunicati al momento della firma del contratto. In questi casi è però essenziale documentare lo stato dell’immobile, tramite foto, video e conservando tutte le ricevute dei pagamenti effettuati, per rafforzare la propria richiesta e dimostrarne la ragione.
Un altro caso frequente si verifica quando l’affittuario paga un canone superiore rispetto a quanto indicato nel contratto registrato. In questi casi, il proprietario non ha minimamente il diritto di richiedere un incremento, se non per l’adeguamento ISTAT previsto dal contratto. Se l’inquilino ha pagato una cifra maggiore rispetto a quella pattuita senza che ciò fosse specificato nel contratto, può chiedere la restituzione delle somme in eccesso.
Un altro aspetto da considerare – e in prima battuta a cui fare attenzione – è il contratto non registrato. Se il contratto di locazione non è stato formalizzato, o rinnovato presso l’Agenzia delle Entrate, per esempio se l’affitto è stato fatto ‘in nero, l’inquilino ha diritto a ricevere il rimborso di tutte le mensilità versate, poiché il contratto è considerato nullo.
E in tutte queste casistiche, per ottenere il rimborso è necessario seguire un iter ben preciso.
Come richiedere le somme pagate all’affittuario
In generale, se si verificano violazioni o incongruenze nel pagamento del canone, l’inquilino ha a sua disposizione vari strumenti legali. Tra questi l’invio di una diffida formale, per richiedere il rimborso. Ma è importante che l’inquilino agisca tempestivamente. Di solito entro sei mesi dalla fine del contratto di locazione, per far valere i propri diritti in caso di contenzioso.
Quindi, se un contratto di affitto non viene rispettato nelle modalità previste, l’inquilino ha la possibilità di recuperare il denaro versato, purché abbia le prove adeguate.