Le esplosioni continuano a Kiev anche durante la visita del ministro Crosetto
Deflagrazioni anche durante la visita del 16 Gennaio del Ministro Guido Crosetto in Ucraina. La pace sembra molto utopica.
Il ministro della Difesa Crosetto, arrivato a Kiev per una visita ufficiale in Ucraina, si trovava circa a 800 metri dalla zona di una forte deflagrazione.
Sul luogo anche il primo ministro britannico Keir Starmer, giunto in loco a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e firmare un trattato bilaterale che celebri i 100 anni di partnership con l’Ucraina.
Queste deflagrazioni sono avvenute perché l’esercito ucraino afferma di essere in costante allerta di protezione e che le sue forze hanno catturato 27 soldati russi nella regione di Kursk.
Per questo motivo sono scattate le sirene anti-aeree e le esplosioni sono state percepite a Kiev durante le visite del primo ministro britannico Starmer e del ministro Crosetto, nella capitale ucraina. ‘La difesa aerea è operativa‘, ha detto il sindaco di Kiev Klitschko.
Continue attività militari in corso
Secondo quanto riferito, l’aeronautica ucraina aveva segnalato che un ‘drone nemico’ si stava avvicinando alla capitale da est. Le esplosioni sono avvenute a 800 metri dal luogo in cui si trovava in quel momento Crosetto. Il Ministro si trova in Ucraina per incontrare Zelensky e altri funzionari.
Non è chiaro se le esplosioni fossero dovute all’attacco del drone o al suo abbattimento da parte della difesa aerea ucraina. La nazione, sul proprio canale Telegram, ha comunicato di aver respinto ben due droni che stavano sorvolando Kiev.
Il motivo per cui Starmer è in Ucraina
Il primo ministro Starmer è volato in Ucraina per firmare un patto storico con le istituzioni. Una coalizione «di 100 anni» che siglerà gli attuali aiuti economici e militari prevedendone altri. Starmer e il presidente ucraino hanno sottoscritto un patto bilaterale strategico, denominato ‘partnership dei 100 anni’, a conferma del sostegno politico, militare ed economico di Londra a Kiev sullo sfondo della guerra con la Russia.
Bisogna leggere questi accordi in virtù anche di quanto viene riferito dagli alti vertici della Nato: “Nel lavoro del processo di pianificazione della difesa della Nato guardiamo a cosa deve fare ogni alleato per creare collettivamente uno scudo. Come risultato, sappiamo che” quello che serve “è molto e costa più del 2%” del Pil. “Lo ha detto il presidente uscente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, “Non si tratta di Guerra fredda: è una vecchia etichetta che non combacia con la situazione attuale”, ha sottolineato a più riprese.