Donald Trump, ha rubato 85 miliardi all’Italia: e la Meloni glielo lascia fare | Ecco perché ci vuole annientare
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Il presidente americano Trump potrebbe essere accusato di aver sottratto all’Italia la somma astronomica di 85 miliardi di euro con il lascia passare della Meloni.
Un tesoro nazionale, custodito gelosamente oltreoceano, è al centro di una controversia che sta infiammando il dibattito pubblico.
Le riserve auree italiane, un patrimonio di inestimabile valore, si trovano in parte negli Stati Uniti.
Le recenti dichiarazioni del Presidente Trump hanno sollevato interrogativi inquietanti sul destino dell’oro che appartiene al nostro Paese.
La questione, che affonda le radici in una complessa rete di accordi internazionali e strategie economiche, è diventata un terreno di scontro politico, alimentando timori e speculazioni.
L’ossessione per l’oro
La questione delle riserve auree nazionali, un tempo relegata ai meandri delle discussioni economiche più specialistiche, è improvvisamente balzata agli onori della cronaca alimentando un acceso dibattito che lambisce i confini della geopolitica. Al centro di questa controversia si trova Donald Trump che, con le sue dichiarazioni e le sue azioni, ha sollevato interrogativi inquietanti sul destino di un tesoro che appartiene a tutti gli italiani: 85 miliardi di euro in lingotti d’oro, custoditi oltreoceano, nel cuore della fortezza di Fort Knox.
La recente ossessione di Trump per l’oro, manifestata con veemenza, ha riportato alla luce un tema che aveva già suscitato accese discussioni: il destino delle riserve auree nazionali. Sebbene le rassicurazioni ufficiali si susseguano, il dubbio serpeggia: cosa accadrebbe se, un giorno, quelle porte si aprissero e gli armadi si rivelassero vuoti? La domanda, per quanto inquietante, non è priva di fondamento, considerando le dichiarazioni di Trump.
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L’atteggiamento ambiguo della Meloni
Le riserve auree, depositate in luoghi diversi come strategia di diversificazione per minimizzare i rischi, sono un patrimonio nazionale, eppure, la loro gestione e il loro utilizzo sono stati oggetto di dibattiti accesi nel corso degli anni. Ad oggi la cautela di Giorgia Meloni nel non commentare le dichiarazioni di Trump sulle riserve auree americane contrasta con la sua precedente posizione. In passato, infatti, l’attuale Presidente del Consiglio aveva manifestato apertamente l’intenzione di riportare in Italia l’oro custodito all’estero. Questa discrepanza tra le dichiarazioni passate e l’attuale silenzio solleva interrogativi sulle ragioni di tale cambiamento. È possibile che la complessità delle relazioni internazionali e la delicatezza della questione abbiano indotto Meloni a una maggiore prudenza.
Da Tommaso Padoa Schioppa, che per primo ha infranto il tabù sull’uso delle riserve auree, a Giulio Tremonti, che ha tentato di tassare le plusvalenze sull’oro di Bankitalia, fino a Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, che hanno proposto la costituzione di un fondo europeo con capitale costituito da riserve auree degli Stati membri, il tema ha sempre suscitato controversie e resistenze.