La Cassazione ribalta tutto | Serena Mollicone ha diritto ad aver giustizia dopo tutti questi anni

Caso Mollicone
Serena Mollicone e Marco Mottola – Wikipedia – Moralizzatore.it

La Cassazione ha deciso e si torna a processo sul caso Mollicone. E’ necessario capire le fondamenta di questa decisione.

La Suprema Corte ha deciso sul merito delle sentenze precedenti, quindi non è arrivato il momento di porre la parola fine al caso Mollicone.

Bisogna attendere novanta giorni per avere le motivazioni che saranno depositate dai giudici in base alle loro decisioni.

Da quanto si può dedurre, anche dal discorso del PG sembra però che un dubbio principale che può aver condotto a questa decisione è una lacuna che dalle precedenti sentenze non si è colmata.

Manca un tassello del puzzle quello che da anni può determinare chi sia stato a uccidere Serena, ossia l’elemento della caserma. Non si è riusciti a dimostrare con certezza secondo la Corte che Serena non sia stata in quella caserma.

Mollicone nuovo processo

Dal momento che lo scontro tra difesa e accusa ha sempre vertito sul fatto che non ci sia accordo sul fatto che Serena il giorno della sua scomparsa sia andata o meno nella caserma dei carabinieri dove risiedeva la famiglia Mottola, non si arriva ad una sentenza incontrovertibile.

Per questo motivo, molto probabilmente i giudici della Cassazione motiveranno che è necessario in diritto rivalutare le prove e le perizie per verificare o meno la presenza di Serena in quel luogo. A seconda che si riesca a dimostrare che sia stata o meno in caserma, il quadro omicidiario cambia completamente e la posizione della famiglia Mottola varia moltissimo.

Serena Mollicone
Processo Mollicone – Wikipedia – Moralizzatore.it

Cosa cambia per i Mottola

Nella sua requisitoria finale il procuratore generale aveva chiesto l’annullamento dell’assoluzione per la famiglia Mottola (il padre Franco, la moglie Annamaria e il figlio Marco) e quindi un processo d’appello bis. “Sono convinta che siamo di fronte a una sentenza di appello affetta da plurime violazioni, erronee applicazioni della legge penale sostanziale e violazioni di norme processuali”, ha affermato la procuratrice generale in aula.

La sentenza di secondo grado, ha continuato la pm, “ha deprivato le parti appellanti di un effettivo vaglio del giudice di merito, violando il diritto del doppio grado di giudizio, che è a difesa non solo dell’imputato, ma anche delle persone offese e dell’accertamento della verità. La sentenza in alcuni casi non risponde, in altri la risposta è circolare, meramente apparente. Non c’è mai il confronto decisionale con le ragioni degli appellanti. La sentenza è totalmente carente sotto questo aspetto”.