Chiara Ferragni, brucia 6 milioni di Euro in un solo giorno: non le sono bastate le indagini sul suo conto | Altro disastro in arrivo

Le cifre parlano chiaro: 6 milioni di euro bruciati in un solo giorno, un buco nero che rischia di inghiottire non solo il suo patrimonio, ma anche la sua credibilità.
L’eco dello scandalo “Pandoro-gate” non si è ancora spenta, eppure Chiara Ferragni si trova nuovamente al centro di una tempesta mediatica.
Questa volta, le cifre in ballo sono vertiginose: 6 milioni di euro evaporati in un solo giorno.
Un colpo durissimo per l’impero digitale dell’influencer, già scosso dalle indagini per truffa aggravata e dalle pesanti ripercussioni sulla sua immagine pubblica.
Riuscirà Chiara a risollevarsi da questa ennesima caduta o questo nuovo scandalo segnerà la fine del suo impero digitale?
6 milioni bruciati in un giorno
Per comprendere appieno la portata di questa vicenda, è necessario fare un passo indietro e ripercorrere le tappe che hanno portato alla situazione attuale. Tutto è iniziato con il caso del pandoro “Pink Christmas” Balocco, un’iniziativa benefica che si è trasformata in un boomerang per l’influencer. L’accusa di aver ingannato i consumatori, facendo credere che l’acquisto del pandoro sostenesse una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, ha innescato un’indagine della Procura di Milano e una valanga di polemiche. Le conseguenze non si sono fatte attendere: contratti saltati, collaborazioni interrotte, follower in fuga e un’immagine pubblica gravemente compromessa. In un momento di crisi, dove la parola d’ordine sarebbe dovuta essere “prudenza”, Chiara Ferragni si trova ora a fronteggiare un nuovo terremoto finanziario.
La società Fenice Srl, proprietaria dei marchi di Chiara Ferragni, ha approvato un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro, nel tentativo di risollevarsi dopo un periodo di gravi difficoltà finanziarie. Tuttavia, la decisione è stata tutt’altro che unanime, evidenziando una profonda frattura all’interno della società. L’aumento di capitale è stato reso necessario dal drastico calo del fatturato di Fenice, che è passato da 12 milioni di euro nel 2023 a meno di 2 milioni nel 2024, accumulando perdite per 10 milioni di euro nel biennio. Questo crollo è stato attribuito alle controversie legate alle sponsorizzazioni di prodotti come pandori e uova di Pasqua, che hanno danneggiato l’immagine dell’azienda.

Un futuro incerto
La decisione di ricapitalizzare è stata sostenuta dai soci Sisterhood Srl, riconducibile a Chiara Ferragni, e Alchimia Spa, legata all’ex presidente Paolo Barletta. L’imprenditore Pasquale Morgese, titolare del 27,5% delle quote, ha però votato contro e ora potrebbe impugnare il bilancio e le relative delibere assembleari.
Nonostante l’iniezione di capitali, il futuro rimane incerto, la società dovrà affrontare la sfida di risanare i conti e superare le tensioni tra gli azionisti. La governance attuale, guidata da Claudio Calabi dopo le dimissioni di Barletta e Ferragni, dovrà dimostrare di essere in grado di guidare l’azienda fuori dalla crisi.